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Gestione sostenibile del territorio: contro la desertificazione

Tra le più gravi conseguenze del cambiamento climatico, la desertificazione è un fenomeno che sempre più intensamente interessa anche il suolo italiano. Se ne discute (e si propongono soluzioni) in una tavola rotonda
Siccità

"Che il clima stia cambiando è ormai evidente: l'inverno dura sempre meno e a giugno arrivano perturbazioni che non sono certo le pioggerelline primaverili di una volta, sono invece eventi molto forti. Il clima si sta tropicalizzando". A ribadire le preoccupazioni per i cambiamenti climatici che negli ultimi anni stanno interessando il Pianeta, e di conseguenza anche l'Italia, è il prof. Carlo Gessa, Direttore del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agroambientali. E tra gli effetti negativi di questa situazione di mutamento del clima, uno dei più preoccupanti è l'avanzare della desertificazione: un fenomeno che sempre più intensamente sta interessando anche il suolo del nostro Paese.

Nata tra le iniziative avviatesi nel mese di giugno a corollario della "Giornata Mondiale contro Siccità e Desertificazione", lunedì 25 giugno (ore 11) si svolgerà allora, presso la Sala del Consiglio del Consorzio della Bonifica Renana (Via Santo Stefano, 56), una tavola rotonda dal titolo "Gestione sostenibile del territorio, tra modificazioni ambientali e scarsità idrica", che vedrà tra gli ospiti anche la presenza del senatore prof. Bruno Dettori, Sottosegretario all'Ambiente con delega alla desertificazione.

"La desertificazione - spiega il prof. Gessa - è generata sia da fattori naturali, come appunto il cambiamento del clima, sia da fattori antropici, cioè dall'intervento diretto dell'uomo sul suolo, che spesso avviene con modalità sbagliate. L'incontro si propone di mettere in atto un'ampia discussione su questo fenomeno con l'obiettivo di cercare soluzioni e metodi d'intervento".

Perché le misure per fermare la desertificazione sono diverse. "E' necessario intervenire sul complesso sistema suolo-pianta-acqua - continua il prof. Gessa - immettendo maggiore sostanza organica. Bisognerebbe attuare un programma ampio ed efficace di raccolta differenziata che possa permettere di realizzare dai rifiuti umidi del buon compost per il terreno. E' necessario poi favorire la vegetazione, proteggere le foreste dagli incendi. C'è ovviamente il problema dell'acqua, per il quale sarebbe necessario costruire riserve idriche in tutta Italia; l'acqua se mal gestita può causare una progressiva salinizzazione del suolo. Infine, la questione della colture: il cambiamento climatico impone una scelta oculata dei tipi di colture più resistenti agli stress idrici e termici; tra queste colture vanno considerate anche  quelle  ottenute con la ricerca biotecnologica".

Tutti interventi questi che, precisa il prof. Gessa, non possono essere realizzati senza un vero e concreto coordinamento su tutto il territorio italiano. "Occore un piano a livello nazionale - spiega - un progetto di lungo periodo per la salvaguardia del suolo, con fondi garantiti, che possa occuparsi di tutte queste difficili problematiche. E' l'unico modo per intervenire in modo concreto sulla tutela del territorio".

Sarà lo stesso prof. Gessa, assieme al Preside della Facoltà di Agraria Andrea Segrè e al Presidente del Consorzio della Bonifica Renana Giovanni Tamburini, ad aprire e ad introdurre l'incontro, prima dell'intervento del Sottosegretario Dettori. A contribuire alla discussione saranno poi anche Lucio Botarelli del servizio Idrometeorologico - ARPA Emilia-Romagna, il Presidente della Società Italiana di Scienze del Suolo Marcello Pagliai, la Presidente della Società Europea di Agronomia Paola Rossi e il Presidente della Società Italiana di Chimica Agraria e dell'Associazione Italiana Società Scientifiche Agrarie Zeno Varanini.

La tavola rotonda "Gestione sostenibile del territorio, tra modificazioni ambientali e scarsità idrica" è promossa dalla Facoltà di Agraria, assieme al Ministero dell'Ambiente e al Consorzio della Bonifica Renana.