Logo d'ateneo Unibo Magazine

Scomparso il prof. Achille Ardigò

E' morto ieri a 87 anni il padre della sociologia bolognese e fondatore dell'Associazione Italiana di Sociologia. A lungo docente all'Università di Bologna è stato fondatore anche del Dipartimento di Sociologia nella Facoltà di Scienze Politiche
Nato nel 1921 a San Daniele del Friuli (dove il padre era stato temporaneamente trasferito per ragioni di lavoro), Ardigò è cresciuto e ha operato nella città e nell’Ateneo di Bologna da vero protagonista. Di lui si deve sottolineare una caratteristica ineguagliabile: il fatto di aver rappresentato una figura di uomo che ha unito un radicale amore per la scienza con un costante e decisivo impegno civile, umano e politico, cementandoli con una profonda fede religiosa.

Dopo aver abbracciato generosamente l’esperienza partigiana, nel secondo dopoguerra partecipò agli studi sulla riforma agraria e poi collaborò con Giuseppe Dossetti alla stesura di quel "Libro Bianco su Bologna" che segnò l’avvio di un modello di decentramento amministrativo e di partecipazione civica che poi si è diffuso nel Paese e oltre i suoi confini.

Sarebbe qui oltremodo oneroso ricordare le innumerevoli attività civili, politiche ed ecclesiali che egli svolse a livello locale, nazionale e internazionale e le altrettanto innumerevoli iniziative scientifiche che egli intraprese, sempre da acuto innovatore. Gli studi applicati alle grandi riforme sociali sono stati la sua grande passione, sin dalla giovinezza, e il motivo per cui, in modo progressivo, si è dedicato alla sociologia divenendo uno dei padri fondatori della sociologia italiana del dopoguerra.

Sul piano scientifico egli deve essere ricordato come il caposcuola della sociologia italiana di ispirazione cattolica che nella seconda metà del Novecento ha ripreso la tradizione di Giuseppe Toniolo e Luigi Sturzo.
Instancabile animatore di iniziative accademiche, fu fondatore dell’Associazione Italiana di Sociologia, di cui fu il primo Presidente (negli anni 1983-1985). Fu pioniere e maestro in pressoché tutti i campi delle scienze sociologiche, interessandosi ai problemi del territorio, dello sviluppo di comunità, della famiglia e dell’educazione, della disuguaglianza e della stratificazione sociale, del welfare e delle politiche sociali, della salute e del sistema sanitario, della partecipazione politica, fino alla sociologia delle nuove tecnologie informatiche e telematiche. In tutti questi campi egli è stato sempre un anticipatore e anche un profeta, che ha saputo coniugare l’amore per l’indagine scientifica libera da pregiudizi  con la difesa dei più alti valori umani.

La fede religiosa orientava in lui la ragione senza distorcerla, ma anzi illuminandola assieme ad una profonda passione umana. La Facoltà di Scienze Politiche dell'Alma Mater lo ricorda come un grande Maestro che ha aperto nuove strade alle scienze sociali e ha dato un lustro inestimabile all’Ateneo di Bologna in Italia e nel mondo.