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Patrizia Vicinelli rivive in Aula absidale

Poetessa bolognese ancora oggi poco conosciuta, è stata autrice di versi abrasivi, accompagnati da un approccio performativo del tutto personale e innovativo. Il suo poema "Non sempre ricordano" sarà interpretato da Ilaria Drago e accompagnato dalla tromba e dal flicorno di Paolo Fresu
Patrizia Vicinelli - Non sempre ricordano Patti Smith, Janis Joplin, Paul Klee. Non sono nomi da poco quelli che vengono scomodati per raccontare la poesia di Patrizia Vicinelli e il suo modo di declamarla, di viverla. Bolognese, parte del Gruppo 63, ha fondato la sua opera sul rapporto parallelo tra scrittura e oralità fino ad essere riconosciuta come una delle voci più intense e sonore nella poesia italiana del secondo novecento. Di lei però, nata nel '43 e scomparsa il 9 gennaio 1991, oggi si parla poco, forse per la scarsa circolazione su stampa che ha sempre contraddistinto i suoi testi, o forse perché i suoi versi più che letti andrebbero ascoltati. "Quello di Patrizia Vicinelli è un nome che anche a Bologna pochi conoscono", conferma Niva Lorenzini, direttrice del Dipartimento di Italianistica. "Non ha mai ottenuto il riconoscimento che meritava, probabilmente perché la sua è una figura anomala, spiazzante, difficile da inserire in un canone".

L'occasione per conoscere nel migliore dei modi l'opera di questa artista dimenticata sarà giovedì 1 ottobre, alle 21, nell'Aula absidale di Santa Lucia (via de' Chiari 25/a), quando il suo "Non sempre ricordano", sorta di poema epico pubblicato per la prima volta nel 1986, sarà interpretato da Ilaria Drago ed accompagnato dalla tromba e dal flicorno di Paolo Fresu. "Non sempre ricordano", con il sottotitolo "Poesia Prosa Performance", è anche il nome dato al volume da poco pubblicato per Le Lettere e curato da Cecilia Bello Minciacchi che raccoglie tutti i lavori della poetessa bolognese. Allegato essenziale al testo è un Dvd, a cura di Daniela Rossi, con registrazioni audio e video delle performance interpretative che l'autrice stessa ha regalato negli anni.

"Aveva la capacità di trasformare il testo in una sorta di esecuzione musicale, i versi per lei erano uno spazio scenico", ricorda ancora Niva Lorenzini. Interpretazioni intense che aggiungono ulteriore significato a poesie già dense e serrate. Ed ecco che si affacciano i grandi nomi. "Il ruolo centrale dell'oralità e la tensione narrativa creata la fanno accostare ad un'artista come Patti Smith". Enzo Minarelli, che si è occupato del materiale raccolto nel Dvd, cita invece Janis Joplin parlando di "voce che viene utilizzata come una penna". "Patrizia Vicinelli - spiega - ha introdotto un nuovo approccio performativo, un nuovo modo di leggere la poesia". Stefano Colangelo, docente di Letteratura italiana contemporanea al Dipartimento di Italianistica, la definisce "una poetessa a tutti gli effetti underground". "Nella sua scrittura - suggerisce - è centrale l'idea del colore e della luce: ci sono continue sfumature di colore, una dietro l'altra. Leggendola e ascoltandola vengono in mente pittori come Paul Klee, che proprio sui colori ha condotto un intenso lavoro di ricerca".

A Paolo Fresu, jazzista di fama internazionale, ed a Ilaria Drago, attrice e performer già nella compagnia di Leo De Berardinis, è affidato il compito di far rivivere il lavoro di Patrizia Vicinelli, riportando alla luce non solo i versi, ma anche i suoni e i toni che questi racchiudono. Non resta che accomodarsi in Aula absidale. L'ingresso è libero fino ad esaurimento dei posti disponibili.