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Donati più di 2000 volumi alla Central Library dell’Università di Isfahan

Un consistente fondo librario è stato donato personalmente dalla ricercatrice Graziella Tonfoni
Libri

Graziella Tonfoni, docente ricercatrice presso il Dipartimento di Studi Linguistici e Orientali (DSLO) dell’Alma Mater, ha deciso di donare un consistente numero di libri all’ateneo iraniano. Si tratta di più di 2000 volumi personali, sia scritti da lei, sia di altri autori e da lei studiati e consultati, che sono già arrivati alla Central Library della Universita di Isfahan e saranno il materiale didattico per i corsi accademici tenuti dai colleghi Iraniani e studiosi sia presso il DSLO prima (Responsabile della gestione del materiale didattico prodotto a seguito è stato il Prof. Karim Movassaghi) sia presso la stessa Università di Isfahan (Responsabile per la didattica avanzata di Letteratura computazionale di Graziella Tonfoni in Isfahan  è stato il  Prof. Mohammad Amouzadeh). Di fatto proprio partendo da questa donazione può nascere ed evolversi in Isfahan un Centro di Studi Interdisciplinari di risonanza internazionale.

Professoressa Tonfoni, si tratta della prima delle sue donazioni?

"No, innanzitutto deve essere ricordato che sono già state numerose le piccole o medie donazioni di volumi, a varie sedi di ricerca e biblioteche includendovi i documenti autenticati, originali e manoscritti , anche in fotografia di copertine e in scansione di pagine, carte e disegni e schemi autentici ed opere, in varie sedi nazionali ed internazionali. Si tratta di molto del materiale che ho prodotto o raccolto, in quanto pioniera in settori di ricerca delicati come per esempio quello della traduzione, ove il fraintendimento non è segno di autonoma creatività di chi trasmettendo modifica, ma di fatto può risultare dannoso, ad esempio nei settori scientifici e di alta precisione".


Questa però è una donazione permanente e consistente…

"Spostare donandolo senza limite di tempo, donazione permanente, un fondo librario tanto vasto e importante, che ovviamente documenta anche  la gestazione di mie opere innovative nel contesto della mia formazione italiana ed estera, e quindi  anche include la mia testimonianza di studentessa presso l'Alma Mater, dopo avere per anni a Bologna comunque  reso disponibile a tanti studiosi e studenti e allieve una vasta e composita risorsa didattica (vero e proprio ambiente di lettura, consultazione e monitoraggio dell' apprendimento) è fatto decisamente da non passare sotto silenzio ma non per questo affatto da fare replicare. E’ un unicum e tale deve restare".


Perchè donare tanto?

"Non è stato per mio bisogno di liberare spazio e di disfarmi di troppi libri, accumulatisi nel tempo. Non è stata donazione facile, data l’affettività collegata a vari volumi di ovvio pregio. Ma l’ho fatta e la rifarei per promuovere lo studio scientifico per una comunicazione responsabile al servizio  di traduzioni corrette tese a promuovere la collaborazione comunicativa evitando quei dolorosi fraintendimenti i cui effetti collaterali negativi possono riprodursi a catena negli anni.  E tutto questo in Isfahan. Per favorire quindi il fiorire di certi studi sulla precisione lessicale, sintattica, semantica, pragmatica cui ho dedicato e dedico quotidianamente tanta parte della mia vita scientifica".


Di che testi si tratta?

"Libri da me accuratamente  scelti e donati uno per uno e che sono il corredo della mia seminagione didattica e possono fruttificare in Isfahan  in modi autonomi,saggi prudenti  e positivi. Sono testi in lingua italiana ed in lingua inglese ma anche ci sono testi in lingua tedesca e spagnola data la mia attività E' internazionale e ci sono le mie tantissime presentazioni in sedi estere. Ho [anche] inteso celebrare l'Ateneo Bolognese donando anche i miei libri di formazione universitaria di studentessa in Unibo celebrandone quindi anche i loro rispettivi autori, i maestri ai tempi dei miei studi in Alma Mater. E naturalmente ho donato tutte le opere, che possano essere loro effettivamente utili e di cui sono autrice".

Cosa si aspetta per il futuro da questa donazione e dalla collaborazione con l’ateneo iraniano?

"Personalmente parlando, da parte italiana auspico si possa maturare e rafforzare una maggiore sensibilità alle differenze culturali, anche e soprattutto quelle più difficili da analizzare, e che se non comprese e rispettate per quanto effettivamente sono, rischiano di fatto di rendere vano ogni sforzo di dialogo. Per la parte iraniana, auspico invece che risultino maggiormente visibili e quindi giustamente valorizzate  le competenze scientifiche e culturali e il valore delle ricerche che si sono svolte e si svolgono in Isfahan. Ci sono studiosi e studiose di evidente serietà, competenza e senso di responsabilità. Così forse sinergicamente si potranno davvero superare  pregiudizi,  schemi spesso erronei ed evitare inesatte etichettature ed anche conclusioni o interpretazioni a volte decisamente troppo affrettate".