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"Col Cortile dei Gentili il dialogo sale in cattedra"

Esordio, sabato 12 in aula Magna, per la Fondazione nata in seno al Pontificio Consiglio della Cultura come luogo di incontro tra credenti e non credenti.
Aula Magna

Una gremita e attenta aula Magna ha ascoltato, per quasi tre ore, il Rettore Ivano Dionigi e sua Eminenza il Cardinale Gianfranco Ravasi dialogare su temi quali l’esistenza di Dio, la vita e la morte, il rapporto tra fede e scienza, assieme ad alcuni studiosi  in quello che è stato il primo appuntamento del Cortile dei Gentili. Si è trattato del preludio italiano del solenne evento che, in marzo, a Parigi, vedrà coinvolte istituzioni culturali come la Sorbona, l'Unesco, l’Académie de France e la stessa Notre Dame. Da lì avrà inizio, passando anche per Stoccolma, e Tirana "un lungo e articolato itinerario di ricerca e dialogo", come Ravasi ha definito il Cortile dei Gentili, che in origine era lo spazio dell'antico tempio di Gerusalemme riservato non esclusivamente agli Israeliti. Vi potevano accedere con libertà tutti, indipendentemente dalla cultura, dalla lingua e dall'orientamento religioso. Da qui la scelta del nome per questo nuovo spazio di incontro e di confronto sul tema della fede.


" Col Cortile dei Gentili il dialogo sale in cattedra".- ha affermato il Rettore salutando ospiti e pubblico, tra cui numerose autorità e personalità - L’Alma Mater è un'università pubblica e laica che, ospitando il confronto tra credere e intelligere, non abdica affatto alla propria autonomia". E ha proseguito il suo ragionamento sull’università  che "se è la comunità di donne e di uomini liberi che studiano e che formano le generazioni di giovani: allora anche l’attenzione alla sfera religiosa – sia come dimensione storica sia come riflessione personale – ha non solo diritto, ma anche dovere di piena cittadinanza tra le nostre mura". "L'università non teme nessuna sfida - ha concluso il Magnifico - in un momento in cui i conflitti sono conflitti di ignoranza e non di cultura".


Il Cardinale Ravasi ha poi preso la parola, grato al professore e amico che lo ha ospitato ancora una volta. Ed ha sottolineato lo spirito del Cortile, ricordando tra l'altro la figura di Emil Cioran, il filosofo e saggista rumeno, di cui si festeggiano i cento anni dalla nascita. Ha parlato a lungo di questa nuova iniziativa culturale lanciata dal Vaticano per favorire il dialogo tra credenti e non credenti. Per sollevarsi dalla "nebbia della volgarità", e trovare un antidoto contro "il male dell’indifferenza e dell’amoralità" che pervadono la società e avvolgono "come un sudario" anche, e soprattutto, la politica. Fuori dal Cortile rimangono, parole del Cardinale, "per ora e con tormento i troppo poco atei''. Cioè tutti quelli che stanno dentro ''all'orizzonte dell'ovvietà, del luogo comune, del secolarismo banale, o della religione devozionale." In altre parole chi sta nel luogo "dell'ateismo dello sberleffo''.


Brani tratti da Agostino, Pascal, Nietzsche letti dall’attrice Anna Bonaiuto hanno fatto da intervallo al dialogo degli altri intervenuti. A cominciare dal chimico Vincenzo Balzani che nel suo intervento dal titolo "Un’alleanza per custodire il pianeta terra" ha posto l’attenzione sul rapporto tra fede e scienza, opposte come il pollice e le altre dita della mano, "ma che insieme consentono di afferrare ogni cosa". La laicità come metodo è stato invece il tema del secondo degli interventi, quello del costituzionalista Augusto Barbera, incentrato sulla convergenza tra liberalismo e cristianesimo che fondamentale per la nascita delle costituzioni e per il riconoscimento dei diritti civili, politici e sociali, rischia di entrare in crisi sui nuovi diritti.


Due filosofi, in conclusione. Sulla differenza tra ateismo e nichilismo si è soffermato Sergio Givone nel suo intervento dal titolo Filosofia ed esperienza religiosa, mentre Massimo Cacciari ha spinto la riflessione sull'Ateismo nella cristianità. Un’ultima lettura di Anna Bonaiuto ha preceduto il ringraziamento e il saluto finale del Rettore.