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C'è un mondo sotterraneo perduto nella regione dei Tepui

Al confine tra Venezuela e Brasile è stato individuato il più lungo sistema al mondo di grotte quarzitiche, con minerali e forme animali fino ad oggi mai visti. Responsabile della scoperta è un dottore di ricerca Unibo, premiato a Londra con il Rolex Awards for Enterprise 2014

Nella regione dei Tepui, in America del Sud, al confine tra Venezuela e Brasile, è stato scoperto il più lungo sistema al mondo di grotte quarzitiche: un dedalo di tunnel e gallerie che si sviluppa per più di venti chilometri. Sotto le cime piatte delle imponenti montagne rocciose che per gli indios erano "casa degli dei" c'è un vero e proprio mondo sotterraneo, con caratteristiche geologiche e biologiche uniche che si sono sviluppate ed evolute per millenni in completo isolamento dall’ambiente circostante. Tanto che in quelle profondità finora inesplorate è stato trovato un nuovo minerale e sono persino state individuate nuove specie animali.

Tutte scoperte di cui è responsabile Francesco Sauro, dottore di ricerca in Scienze geologiche all'Università di Bologna (tutor è il prof. Jo De Waele del Dipartimento di Scienze biologiche, geologiche e ambientali), il cui lavoro è stato recentemente premiato a Londra, nella sede della Royal Geographic Society, con il Rolex Awards for Enterprise 2014. Il premio, assegnato a promotori di progetti innovativi che fanno avanzare la conoscenza e il benessere dell’umanità, permetterà al dottore di ricerca Unibo di continuare il suo studio grazie a un nuovo ciclo di quattro spedizioni nella regione.

Dal 2009 ad oggi, Francesco Sauro ha visitato cinque volte la regione sudamericana delle montagne piatte, conducendo altrettante campagne di esplorazione insieme all’associazione speleologica italiana “La Venta” e alla venezuelana “Theraphosa”. Viaggi che hanno portato alla luce l'ampio sistema di antiche grotte quarzitiche che si apre nel sottosuolo e che nasconde alcuni inediti tesori. Come la Rossiantonite, un nuovo tipo di minerale, battezzato così in onore del geologo modenese Antonio Rossi, scomparso pochi anni fa. In queste cavità sotterranee completamente isolate dal mondo esterno, l'evoluzione delle forme di vita viaggia da millenni su binari autonomi, tanto che durante una spedizione è stato ritrovato, intrappolato in un fiume carsico, un esemplare di pesce cieco del tutto simile ad alcune specie che abitano il continente africano: ancestrale ricordo del periodo in cui Sud America e Africa erano uniti nel supercontinente Gondwana, oltre 140 milioni di anni fa.


Dal prossimo Novembre 2014 fino al 2017, grazie al supporto garantito dal Rolex Award for Enterprise e da altri sponsor, è in programma un nuovo ciclo di quattro spedizioni geologiche, questa volta nei Tepui più distanti e remoti della regione. "Le condizioni saranno una sfida", racconta Francesco Sauro. I luoghi da esplorare infatti sono in zone difficili da raggiungere, con altitudini che arrivano fino ai 2900 metri. "Ma penso che la ricompensa - continua - sarà considerevole, perché l’elevata piovosità della zona è indice di probabile estensiva erosione del sottosuolo". Che vuol dire maggiore probabilità di trovare grotte ancora più grandi e forme di vita ancora sconosciute. "Al loro interno - conclude il ricercatore - ci potrebbe essere un vero e proprio mondo perduto”.

Foto 1 e 2: Rolex Award/Alessio Romeo.
Foto 3 e 4: Rolex Award/Stefan Walter.