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Le nuove “sfide archeologiche” dell’Alma Mater a Pompei

Grazie ad una nuova Convenzione di Ricerca, si rinnova e si amplia l’impegno dell’Università di Bologna nell’area pompeiana, che diventerà così anche un grande cantiere formativo per tanti studenti Unibo

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Le antiche Mura Urbiche e la grande casa nobiliare di Obellio Firmo: sono le nuove "sfide archeologiche" che l'Università di Bologna, con i suoi studiosi e i suoi studenti, si prepara ad affrontare a Pompei grazie ad una rinnovata Convenzione di Ricerca che coinvolge la Sezione di Archeologia del Dipartimento di Storia Culture Civiltà, il Dipartimento di Ingegneria Civile, Chimica, Ambientale e dei Materiali e la Soprintendenza Speciale ai Beni Archeologici di Pompei.

In virtù del nuovo accordo, coordinato da Giuseppe Sassatelli, nel prossimo triennio l’Università di Bologna porterà avanti gli obiettivi del Piano della Conoscenza includendo un settore delle Mura dell’antica città rimasto escluso dal precedente progetto e proseguirà la sperimentazione di tecnologie innovative per la ricerca e la documentazione dell’archeologia in uno dei più bei contesti della Regio IX: la Casa di Obellio Firmo. Un accordo che comunque è aperto, e prevede che la presenza di Unibo a Pompei possa riguardare anche altri settori ed aree della città.

Al progetto – guidato da Enrico Giorgi per il Dipartimento di Storia Culture Civiltà e da Gabriele Bitelli per il Dipartimento di Ingegneria Civile, Chimica, Ambientale e dei Materiali – parteciperanno anche studenti delle lauree magistrali e del corso di laurea in Conservazione e Restauro dei Beni Culturali, allievi della Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici e dottorandi di vari settori. Pompei si trasforma così anche in un grande cantiere formativo nel quale apprendere sul campo, in un quadro multidisciplinare e in un contesto straordinario, tutte le principali attività connesse al mestiere dell’archeologo: lo scavo e la ricerca, il rilievo e la documentazione, l’utilizzo delle tecnologie più avanzate, il restauro e la conservazione, la valorizzazione e la comunicazione.

L’esperienza dell’Alma Mater a Pompei
Archeologi ed esperti dell’Alma Mater vantano una lunga tradizione di ricerche nell’area vesuviana, non solo a Pompei ma anche a Ercolano, dove operano già dal 1999. Un impegno che lo scorso anno ha trovato un importante punto di svolta con l’assegnazione al Dipartimento di Storia Culture Civiltà del Lotto 3 del Piano della Conoscenza, nell’ambito del Grande Progetto Pompei.


Finanziato con importanti fondi europei, il Piano della Conoscenza è stato un grande progetto di analisi e accurata documentazione topografica di Pompei, preliminare al Piano delle Opere, ossia ai veri e propri interventi di consolidamento e restauro. Al termine di una dura selezione, all’interno di una competizione che ha coinvolto molti dei principali operatori sui Beni Culturali, l’Università di Bologna, unico Ateneo assieme a Salerno, si è aggiudicata questo importante risultato accanto a importanti ditte e professionisti del settore.

Il lavoro fatto e quello da fare
Nel corso di nove mesi di attività, la parte nord-orientale della città è stata rilevata con appositi strumenti topografici, come laser scanner e droni, e fotografata con la migliore strumentazione digitale disponibile. In questo modo è stata prodotta la prima planimetria in scala 1:50 dell’area e sono state elaborate le sezioni degli isolati e le prese fotogrammetriche di circa diecimila superfici. Tutte le immagini digitali, catalogate in un’apposita banca dati, sono diventate quindi delle vere e proprie mappe in grado di evidenziare i problemi di conservazione, degrado e rischio statico degli edifici.


Da qui riparte oggi l’impegno dell’Università di Bologna, con un doppio focus. Il primo è sulle Mura di Pompei, che cingono la città antica per circa tre chilometri e mezzo sin dalle prime fasi di vita dell’abitato sannitico: l’obiettivo è produrre una nuova planimetria e un rilievo fotogrammetrico e tridimensionale del tratto tra porta Vesuvio e porta di Sarno.

Il secondo riguarda invece la casa di Obellio Firmo, grande dimora signorile appartenuta a un personaggio di un'antica famiglia di alto rango della Pompei sannitica. L'abitazione presenta due atri collegati a differenti accessi e un grande giardino attorno al quale si articolano diverse stanze con decorazioni di pregio, oltre alle terme private. Già accuratamente documentata nella prima fase di studi, l’abitazione sarà ora oggetto di un rilievo più accurato grazie al quale sarà possibile promuovere il restauro dell’edificio e la sua riapertura al pubblico.