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Tecnopolo di Cesena: al via nuovi laboratori per la ricerca agroalimentare

L’inaugurazione questa mattina a Cesena. Ricerca, celle frigorifere, incubatore. Un investimento complessivo di 2,4 milioni euro, di cui 1,8 milioni dalla Regione con fondi europei


Al via il nuovo Tecnopolo di Cesena che ospiterà strumentazioni innovative e ricercatori del laboratorio del Centro interdipartimentale di ricerca industriale agroalimentare (CIRI agroalimentare) dell'Università di Bologna
. La nuova struttura dedicata alla ricerca, realizzata dall'Area Edilizia e Logistica dell'Alma Mater, è stata inaugurata oggi a Cesena dal presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, dal Rettore dell’Università di Bologna Francesco Ubertini, dal direttore del CIRI Marco Dalla Rosa e dal sindaco di Cesena Paolo Lucchi.

"Quello di oggi - ha detto il Rettore dell'Alma Mater Francesco Ubertini - è un tassello molto importante per la nostra Università a Cesena. Con questo progetto abbiamo la possibilità di rafforzare ulteriormente la nostra presenza in un ambito strategico come quello della ricerca industriale legata all'agroalimentare".

La nuova sede presso Villa Almerici, a fianco dell'Università, è destinata ad ospitare innovative strumentazioni di ricerca, incluse celle frigorifere e un incubatore. Per la realizzazione sono stati investiti 2,4 milioni di euro, di cui il contributo della Regione è stato di 1,8 milioni di euro: tra i promotori del Tecnopolo di Cesena l’Università di Bologna, la Provincia di Forlì-Cesena, il Comune di Cesena e il Comune di Forlì. La particolarità della struttura cesenate sta nella visione integrata dell’alimento, che viene visto come sequenza di interventi: dalla scelta delle materie prime e degli ingredienti al processo tecnologico, dall’imballaggio alla scelta delle condizioni di conservazione o maturazione appropriate.

Gli interventi vengono calibrati per programmare e prevedere la sicurezza, la qualità organolettica e nutrizionale nonché la data di scadenza del prodotto. Per questo le competenze tecnologiche, microbiologiche, analitiche e nutrizionali, presenti all’interno del CIRI agroalimentare, sono integrate per fornire all’industria non solo un servizio ma anche, attraverso un approccio integrato, un supporto a tutte le fasi della produzione e dell’innovazione. Gli ambiti di ricerca riguardano la bioanalitica, la bioattività, la microbiologia e la valorizzazione di microrganismi a fini industriali, mentre l’area di processo riguarda gli alimenti, consumi e salute. I settori di impatto della ricerca spaziano dal lattiero-caseario, l’enologico, l’industria delle bevande, l’industria conserviera, i gelati e i surgelati.


Il programma del CIRI agroalimentare nel Por Fesr 2007-2013 è stato pari a 2,27 milioni di euro per la dotazione di strumentazioni e di 3,45 milioni di euro per il programma di ricerca, che ha visto il coinvolgimento di 14 nuovi ricercatori dedicati e la partecipazione a tempo parziale di 39 tra ricercatori strutturati e docenti. In totale, sono stati investiti 5,7 milioni di euro sostenuti al 50% dalla Regione, e 53 ricercatori coinvolti.

Invece con il primo bando Por Fesr 2014-2020, rivolto ai laboratori della Rete Regionale Alta Tecnologia, il CIRI Agroalimentare dell’Università di Bologna ha avuto l'approvazione di due progetti: quello relativo al “Laboratorio infrastrutturale per l’applicazione di tecnologie avanzate per realizzare packaging attivo ed ecosostenibile”, del valore di 1,57 milioni di euro, per un milione di euro di contributo regionale, e quello del “Food Crossing District - Simbiosi industriale: due nuovi alimenti da sottoprodotti ed una mappa delle relative economie circolari in Emilia-Romagna”, del valore di 1,17 milioni di euro, per 800 mila di contributo regionale. Con l’eventuale scorrimento della graduatoria potrebbero essere finanziabili due ulteriori progetti del CIRI Agroalimentare per oltre 2,5 milioni e un contributo della Regione di oltre 1,8 milioni di euro. In totale, con la nuova programmazione, il CIRI gestirà quindi un budget di 5,26 milioni di euro, con 3,6 milioni di contributo regionale. Le aziende direttamente coinvolte in questi progetti per collaborare con i gruppi di ricerca sono 16.