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Cos'è la felicità? Tornano "I Classici" in Santa Lucia

Tutti i giovedì di maggio, come ormai tradizione, tornano gli appuntamenti promossi dal Centro Studi “La permanenza del Classico”. Carlo Carena, Roberto Herlitzka, Gianfranco Ravasi, Luigi Lo Cascio, Massimo Recalcati, la compagnia Archivio Zeta e Massimo Cacciari tra gli ospiti in programma


Giungono alla sedicesima edizione gli attesi “Classici” di maggio: anche quest’anno il Centro Studi “La permanenza del Classico” dell’Alma Mater Studiorum
, fondato e diretto dal prof. Ivano Dionigi, offre all'Università e alla città un ciclo di letture e lezioni classiche che interrogano il presente attraverso i grandi testi dell’antichità greca, romana ed ebraico-cristiana.

Il ciclo di quest’anno s’intitola "La felicità": “sul nome tutti concordano”, diceva Aristotele; sulla cosa, invece, l’umanità non ha mai smesso di interrogarsi e di dissentire, nel tentativo di rispondere alla domanda più antica e radicale: tìs àristos bìos, “qual è la vita migliore, ideale, più felice”?

Agostino ci riferisce (La città di Dio, 19, 1, 1) che nell'antichità ben 288 dottrine (ducentae octoginta et octo sectae) si sono cimentate sul quesito “che cosa rende l’uomo felice” (quid efficiat hominem beatum). Le più svariate le risposte: chi poneva la felicità nella carriera (philòtimos bìos), chi nella gloria (philòdoxos bìos), chi nel piacere (philèdonos bìos), chi nelle ricchezze (philochrèmatos bìos), chi nella politica (politikòs bìos), chi nella conoscenza (philòsophos bìos).

Felicità è parola assoluta che abbiamo pudore persino a pronunciare in riferimento alla nostra esistenza. Oscillanti le stesse parole per definirla: insufficiente il latino felix, detto di qualcuno o di qualcosa “che ha successo, prosperità”, e quindi anche “fecondo, fertile”; ambiguo fortunatus, voce neutra, “in preda alla fortuna favorevole o sfavorevole”, non corrispondente al greco eutychès, che ha significato solo positivo, “raggiunto da buona sorte”; improprio laetus, “lieto”, traslato dal significato originario di “grasso, fertilizzante”. Dobbiamo rassegnarci a beatus, che in verità rinvia – come nelle Beatitudini evangeliche – a una dimensione interiore, spirituale ed etica; e che sconta anche l’inadeguatezza dal calco italiano “beato”, parola che rinvia a un campo semantico ormai sequestrato dal linguaggio ecclesiastico che lo adotta nel processo di canonizzazione. L’equivalente greco di beatus, più che makàrios, propriamente detto degli dèi immortali, era eudàimon, a significare che felice è colui che è assistito da “un buon demone”. Potremmo dire che mentre la makariòtes è propria degli dèi, l’eudaimonìa è propria degli uomini.

La lingua stessa dunque sembra impari e incerta di fronte a questo concetto assoluto: quasi percepissimo la felicità più come una aspirazione che un possesso, più come un’assenza che una presenza, più come un’idea che una cosa. Che si debba convenire con Nietzsche il quale sentenziava: “la felicità non ha volto, ma spalle: per questo noi la vediamo quando se n’è andata”?

Gli incontri avranno luogo, come d’abitudine, ogni giovedì di maggio (4, 11, 18 e 25 maggio), alle ore 21, nell’Aula Magna di Santa Lucia e nella contigua Aula Absidale videocollegata. Tutti gli incontri saranno inoltre visibili in diretta streaming sul sito del Centro Studi "La Permanenza del Classico".

Il ciclo sarà inaugurato giovedì 4 maggio dalla serata "La vita felice": Carlo Carena e Ivano Dionigi ci guideranno in un percorso di oltre duemila anni – dal V sec. a.C. alla piena modernità ‒ attraverso le ‘vite ideali’ tratteggiate da filosofi e moralisti, in reciproco dialogo o reciproca polemica. Le letture – da Erodoto ed Epicuro fino a De Lamettrie e Pascal ‒ saranno affidate a due amatissimi quanto bravissimi interpreti, Roberto Herlitzka e Manuela Mandracchia, e saranno scandite dagli interventi musicali al pianoforte del Maestro Giuseppe Fausto Modugno.

Il secondo appuntamento, "Beatitudini", giovedì 11 maggio, vedrà il graditissimo ritorno del Cardinale Gianfranco Ravasi, Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura: sarà lui ‒ una delle voci più alte e autorevoli dell’interpretazione biblica e della teologia ‒ a commentare il rivoluzionario ‘discorso della montagna’, con i suoi antefatti profetici e le sue eco contemporanee. Accanto a lui, per dare voce ai testi di Antico e Nuovo Testamento, un interprete fuori dal comune quale Luigi Lo Cascio.

La terza serata del ciclo, "Ricchezza", giovedì 18 maggio, ci provocherà con le riflessioni di Massimo Recalcati sulle radici psicologiche, e psicopatologiche, dell’avidità e del consumismo, e con la messinscena del Pluto di Aristofane, affidata alle invenzioni registiche e interpretative di una compagnia carissima al pubblico, Archivio Zeta, che ambienterà nella nostra Aula Magna un’originale rilettura di Aristofane in chiave contemporanea, con Gianluca Guidotti, Ciro Masella, Enrica Sangiovanni.

L’incontro "Felicità e politica", giovedì 25 maggio, chiuderà il ciclo con il puntuale ma sempre atteso intervento di un intellettuale che onora della sua amicizia il Centro Studi fin dal suo nascere, Massimo Cacciari: spetterà a lui illustrare il nesso – per noi paradossale, ma ovvio per gli antichi – di “felicità” e “arte della politica”, attraverso voci greche, medioevali e moderne, da Aristotele a Spinoza. Tali voci rivivranno nell'interpretazione di due protagonisti del nostro teatro quali Elisabetta Pozzi e Tommaso Ragno.

Il ciclo si giova delle nuove traduzioni e del contributo scientifico delle studiose e degli studiosi membri del Centro Studi “La permanenza del Classico”, Francesco Citti, Federico Condello, Elisa Dal Chiele, Camillo Neri, Lucia Pasetti, Daniele Pellacani, Bruna Pieri, Francesca Tomasi, Antonio Ziosi.

Modalità d’ingresso
L’ingresso è a inviti. Gli inviti potranno essere ritirati, fino ad esaurimento, il martedì precedente ciascuna rappresentazione, dalle ore 17 alle ore 19, presso il Centro Studi “La permanenza del Classico”, via Zamboni 32. Per tutti coloro che non riusciranno ad essere presenti, sarà reso disponibile un servizio di diretta video online sul sito del Centro Studi "La Permanenza del Classico".