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SHERPA: promossi i droni che localizzano i dispersi sulla neve

Coordinato dal Dipartimento di Ingegneria dell'Energia Elettrica e dell'Informazione dell'Università di Bologna, dopo 4 anni di sviluppo, il progetto è stato valutato positivamente dai funzionari europei grazie all'ideazione di una tecnologia innovativa nella modalità di interazione tra uomo e macchina

Durante il Final Review Meeting, a Davos (Svizzera), lo scorso fine settimana, è stato valutato positivamente il progetto SHERPA che ha coinvolto giovani ricercatori europei provenienti da alcuni tra i più prestigiosi centri accademici continentali, guidati dal Dipartimento di Ingegneria dell'Energia Elettrica e dell'Informazione - DEI dell'Università di Bologna.

La valutazione positiva nasce dal riconoscimento di aver coinvolto un ampio spettro professionalità (da chi si occupa di intelligenza artificiale a ingegneri dell'automazione e ai soccorritori del CAI) e dall'ideazione di una tecnologia estremamente innovativa (frutto appunto di diverse professionalità) nella modalità di interazione tra uomo e macchina.

SHERPA - Smart collaboration between Humans and ground-aErial Robots for imProving rescuing activities in Alpine environments è, infatti, un sistema a servizio dei soccorritori basato sull'uso di droni, robot, aereomodelli ad ala fissa, nato per raggiungere luoghi oggetto di slavine in pochi minuti e localizzare i dispersi travolti dalla neve, mentre sistemi alternativi impiegano ore o sono addirittura inagibili in alcune situazioni. Un'innovazione tecnologica con alte finalità sociali, visto l'incremento di incidenti in alta quota dovuti all'improvviso distacco di slavine.

Veloce ed efficace nell'individuazione dei dispersi, SHERPA salvaguarda anche gli stessi soccorritori, grazie all'uso di robot nominati come animali: “falchi” (aeromodelli), “asini intelligenti” (rover) e “vespe” (droni). Un risultato non scontato, come spiega il prof. Lorenzo Marconi del DEI, coordinatore del progetto SHERPA e del corso di studi in Ingegneria dell’Automazione dell’Università di Bologna: «Non era facile riuscire a far dialogare delle tecnologie così diverse: dai sistemi di intelligenza artificiale alla meccatronica, agli algoritmi di controllo. SHERPA è oggi una piattaforma dove sono integrate tante tecnologie diverse, sia hardware che software. E l'abbiamo testata, come richiesto dai valutatori europei, anche in situazioni dinamiche». Ovvero in condizioni meteorologiche e scenari di soccorso che cambiano repentinamente.

Un'innovazione sociale nata da un progetto partecipato a livello europeo che mette la tecnologia al servizio dei soccorritori e che infatti ha trovato la collaborazione e l'interesse del Soccorso Alpino del CAI (Club Alpino Italiano) e dei Carabinieri. A tal proposito, la legione Carabinieri Trentino Alto Adige, ha invitato il prof. Marconi ad eseguire una dimostrazione della tecnologia SHERPA il prossimo 16 Marzo, nel corso di una giornata di addestramento dei Carabinieri sciatori che si svolgerà nel Comprensorio sciistico “Ski Center Latemar” (Obereggen, BZ): con l’occasione sarà donato all'Arma dei Carabinieri un drone WASP. SHERPA è infatti un progetto scientifico mai così attuale e opportuno visto il grande numero di incidenti in alta quota causati dalla neve: secondo i dati del CAI, si è passati dai 1300 del 1955 ai circa 8mila del 2014.