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Brevettare un anticorpo? Ecco quando e come si può fare

Un gruppo di ricerca del Dipartimento di Farmacia e Biotecnologie dell’Alma Mater ha fatto chiarezza sulla brevettabilità degli anticorpi monoclonali, creati in laboratorio e alla base di una delle classi di medicinali più innovative
gruppo di ricerca

Forse non tutti sanno che anche gli anticorpi si possono brevettare. Non ovviamente quelli che il nostro corpo produce in modo naturale, ma piuttosto quelli “monoclonali”: una particolare categoria di anticorpi creati in laboratorio con tecniche di ingegneria genetica e capaci di un’elevata selettività verso specifici antigeni, quelle molecole che vengono riconosciute come estranee o potenzialmente pericolose dal nostro sistema immunitario e a cui gli anticorpi si legano permettendo la loro eliminazione.

In uso da ormai oltre vent’anni, gli anticorpi monoclonali rappresentano una delle classi di medicinali più innovative nel trattamento delle patologie autoimmuni, in oncologia e nei trattamenti anti-rigetto. Ma sono anche soggetti a regole brevettuali molto particolari. Per questo, un gruppo di ricerca del Dipartimento di Farmacia e Biotecnologie dell’Università di Bologna ha messo a punto uno studio che fa chiarezza sui casi in cui possono essere considerati invenzioni e quindi essere brevettati.

Pubblicato su Nature Biotechnology, lo studio mette a disposizione dei ricercatori delle linee guida schematiche e chiare per indicare loro quando e se possono brevettare un'invenzione in questo settore, sulla base di regole stabilite dall’European Patent Office (EPO) e di principi elaborati dal Board of Appeal dell’EPO relativi alla brevettabilità di anticorpi per uso terapeutico.

"Il nostro lavoro – spiega Patrizia Rampinelli, docente Unibo che ha guidato lo studio – risolve i dubbi sulla brevettabilità che molto spesso sorgono nell’ambito della ricerca ed elenca una serie di casistiche, per ognuna delle quali abbiamo cercato di chiarire quando è possibile ottenere il brevetto".

 

Come accade per tutte le invenzioni, anche gli anticorpi monoclonali per poter essere brevettati, devono infatti possedere i requisiti di brevettabilità previsti dalla legge, tra cui la novità (l’invenzione per essere considerata tale deve essere assolutamente nuova) e l’attività inventiva (l’invenzione risolve in maniera innovativa un problema tecnico).

 

“Una caratteristica degli anticorpi monoclonali – continua la professoressa Rampinelli – è che spesso la presenza di questi requisiti dipende dall’antigene a cui si lega l’anticorpo in questione: se l’antigene è nuovo, l’anticorpo che lo lega risponderà necessariamente ai requisiti di brevettabilità. Ma anche quando l’antigene è già conosciuto ci possono essere anticorpi brevettabili, se questi svolgono una funzione nuova e imprevista grazie a determinate caratteristiche strutturali o funzionali”.

 

Lo studio, da poco pubblicato su Nature Biotechnology, si intitola “Patentability of antibodies for therapeutic use in Europe”. Gli autori sono Claudio Germinario, Sara Bertoli, Patrizia Rampinelli e Maurizio Cini.