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Ad Assuan rinvenuti i resti di una donna incinta risalenti a 3700 anni fa

La scoperta è arrivata da una missione archeologica congiunta degli atenei di Bologna e di Yale che opera in Egitto. Gli scheletri ritrovati e la loro posizione fanno supporre che la donna sia deceduta durante il parto e potrebbero rivelare nuove informazioni sulle condizioni delle donne in gravidanza nell'antichità


I resti rinvenuti dalla missione italo-statunitense: la posizione delle ossa fa supporre che donna e bambino siano morti durante il parto

Una missione archeologica che coinvolge Università di Bologna e Università di Yale ha portato alla luce nella zona di Assuan, in Egitto, una sepoltura contenente i resti di una donna incinta, morta probabilmente durante il parto. Risalente a 3.700 anni fa, la tomba è stata rinvenuta quasi intatta in una piccola necropoli utilizzata da genti nomadi che provenivano dai deserti a sud dell’Egitto, nella regione nubiana. La scoperta di resti di questo tipo è pittosto rara e potrebbe rivelare nuove informazioni sulle condizioni delle donne in gravidanza nell'antichità.

All'interno della tomba, il corpo della donna è stato trovato in posizione raccolta, girato sul fianco destro e avvolto in un sudario di pelle animale. La donna doveva avere circa 25 anni ed era giunta al termine della gravidanza. "Lo scheletro del bambino è stato ritrovato tra le ossa pubiche della donna, a testa in giù, in posizione per la nascita: questo fa supporre che entrambi siano morti durante il parto", spiega il professor Antonio Curci, che guida lo scavo per l'Università di Bologna. "Lo studio preliminare dello scheletro della madre ha evidenziato un disallineamento delle ossa pelviche dovuto ad un trauma, con ogni probabilità una caduta che ha causato una frattura del bacino poi ricompostosi male. Questa malformazione potrebbe aver creato problemi nelle fasi cruciali del parto che hanno portato alla morte prematura della donna e conseguentemente del feto".



Oggetti appartenenti al corredo funebre: una ciotola di produzione nubiana e una giara di manifattura egiziana

Accanto ai resti della donna e del bambino, la tomba conteneva un corredo funebre composto da una piccola giara di manifattura egiziana, una ciotola di produzione nubiana con superficie rossa e interno nero, e diversi frammenti di guscio di uova di struzzo, molti dei quali semilavorati per la produzione di perline. "Il significato di questa ultima offerta non è chiaro", precisa il professor Curci. "Si può ipotizzare che le perline fossero lavorate dalla donna e vennero sacrificate dalla famiglia in sua memoria".

La missione archeologica congiunta che coinvolge gli atenei di Bologna e di Yale lavora in Egitto dal 2005, nella zona a nord della città di Assuan e nel deserto a est del sito di Kom Ombo, che ospita un noto tempio di epoca tolemaica. Il gruppo italo-americano di archeologi si concentra in particolare allo studio delle popolazioni di origine nubiana che si stabilirono al confine meridionale dell’antico Egitto. Lo scavo della necropoli è stato effettuato in collaborazione con il Ministero delle Antichità Egiziano ed è stato reso possibile grazie al contributo della Gerda Henkel Foundation, del Ministero degli Affari Esteri e dell’Università di Bologna.