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Videocassette e sperimentazioni: al MAMbo apre VHS+

Un'esposizione dedicata alle produzioni a tecnica mista nate attorno al formato VHS. Montaggi video che raccontano un metodo produttivo, un esito estetico, un’utopia collettiva a bassi formati, bassa fedeltà e con tecnologie giocattolo; testimoniano come si lavorava con l’hardware ormai estinto e i primordi del software, iniziando un faticoso discorso tra simili e un difficile dialogo con la televisione imperante


Nello spazio espositivo della Project Room, vocato alla riscoperta di alcuni degli episodi artistici più stimolanti e innovativi originati in ambito artistico bolognese e regionale, il MAMbo – Museo d'Arte Moderna di Bologna presenta "VHS+ video/animazione/televisione e/o indipendenza/addestramento tecnico/controllo produttivo 1995/2000", un progetto di Saul Saguatti (Basmati Film) e Lucio Apolito (Opificio Ciclope) a cura di Silvia Grandi e in collaborazione con il Dipartimento delle Arti dell'Università di Bologna. La mostra sarà inaugurata venerdì 12 ottobre alle 18 e resterà aperta dal 13 ottobre al 17 febbraio 2019.

Venti anni circa durò il regno del VHS e venti anni circa ci separano da quel periodo in cui si verifica una simultaneità di produzioni a tecnica mista con un ricorrente confluire di performativo, videografica e mixed media. La produzione del periodo esorbita dall'autorialità individuale per estendersi a una dimensione collettiva, costituendosi in gruppi indipendenti di ricerca media-culturali che diventano veri e propri marchi come Opificio Ciclope, Fluid Video Crew, Ogino Knauss, Otolab e Sun Wu Kung di cui la mostra documenta i peculiari approcci espressivi. In un mondo ancora senza bacheche, chat, social media e YouTube, questi laboratori pionieristici hanno materialmente costruito schermi di proiezione nelle loro rispettive residenze - Link Project a Bologna, Forte Prenestino a Roma, CPA ExLonginotti a Firenze, Garigliano e Pergola a Milano – sviluppando fucine creative sintonizzate con le coeve sperimentazioni più avanzate a livello europeo.

Le macchine dell'epoca potevano essere connesse ma non dialogavano fra loro, i computer parlavano a fatica con i videoregistratori, il campionamento di immagini era agli albori con macchine poco versatili che andavano usate in modo eversivo: forzare le possibilità espressive e combinatorie oltre i diagrammi previsti era un obbligo che era necessario sperimentare. Incontro di video, animazione, mix delle fonti in diretta era un allenamento costante che produceva sia un risultato installativo sia performativo. Inoltre la pratica della grafica, di servizio, opposta all'autosufficienza della video arte, cominciava un primo dialogo con il mercato televisivo, musicale, pubblicitario.

Nei VHS ci sono anche i muri luminosi che contenevano la musica elettronica di quegli anni, le proiezioni che servivano a riempire il vuoto di una società senza schermi che non fossero quello domestico del televisore. Dopo la videografica e i videoclip la televisione di questa fase diventa uno schermo da cui trasmettere creando, per una stagione, l'illusione che la TV sia, in fondo, un'elegante galleria d'arte. Dell'atmosfera di queste esperienze seminali per la formazione dell'estetica mixmediale italiana tra fine anni Novanta e anni Duemila VHS+ intende restituire un'intensa mappatura espressiva, che invita lo spettatore ad abbandonarsi al flusso di immagini e suoni.

Durante il periodo di apertura sono previste quattro domeniche (le prime di ogni mese) di proiezioni speciali con contenuti aggiuntivi. Inoltre, in chiusura di mostra, il 14 febbraio, è in programma una giornata di studi con diversi esperti, seguita da una serata di performance di video live art vintage realizzate dai gruppi coinvolti nell'esposizione. Ogni collettivo presenterà una riedizione concentrata dei live originali degli anni '90, utilizzando tecnologie e suoni d'epoca per completare l'atmosfera immersiva di VHS+.

Il progetto espositivo al MAMbo trova un'estensione online nel sito della mostra, dove sono consultabili materiali di archivio e approfondimento. La mostra è realizzata in collaborazione con DAR – Dipartimento delle Arti dell'Università di Bologna e si avvale della sponsorizzazione tecnica di Eurovideo che ha concesso le forniture strumentali per l’allestimento impianto audio-video.

VHS+: video/animazione/televisione e/o indipendenza/addestramento tecnico/controllo produttivo 1995/2000

dal 13 Ottobre 2018 al 17 Febbraio 2019

MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, Project Room (Via Don Minzoni, 14 - Bologna)

Ingresso con acquisto del biglietto

Progetto espositivo, nato da un’idea di Saul Saguatti (Basmati Film) e Lucio Apolito (Opificio Ciclope) con la curatela di Silvia Grandi e realizzato in collaborazione con il Dipartimento di Arti dell'Università di Bologna.

La mostra si configura come un dispositivo di pulsazioni audio-visive che nascono dall’ibridazione di differenti linguaggi, formati e pratiche di comunicazione video sperimentata in Italia tra il 1995 e il 2000.