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Arriva l'App per scoprire i luoghi del Guercino e visitare Cento attraverso le opere del grande artista

Si chiama “Cento città del Guercino” ed è stata sviluppata da un team del FrameLab presso il Dipartimento di Beni Culturali Unibo, per vivere un viaggio interattivo che consente di visitare, a Cento, i luoghi in cui ha vissuto e lavorato Giovanni Francesco Barbieri detto il Guercino, uno dei geni della pittura del Seicento

In occasione della mostra “Emozione barocca. Il Guercino a Cento”, in programma fino al 15 febbraio 2020 presso la Pinacoteca di San Lorenzo e della Rocca, è stata realizzata un’app da un team di progetto del FrameLab presso il Dipartimento di Beni Culturali dell’Università di Bologna.

Cento Città del Guercino” è l’app che permette di visitare e scoprire la città di Cento attraverso le opere dell’artista noto con il nome di Guercino, e attraverso le mappe apprezzare luoghi spesso sconosciuti, come la casa dell’artista, la sua Accademia del nudo, le case dei borghesi che hanno agevolato la carriera del pittore, gli edifici di culto nei quali ha collocato straordinarie pale d’altare, come la chiesa del Rosario o la Collegiata di San Biagio e la Pinacoteca di San Lorenzo, che oggi ospita i capolavori giovanili del pittore.

A ogni luogo indicato nella mappa corrispondono una storymap con testo e immagini e un video che ne approfondisce gli aspetti più significativi. Nel panorama delle app pensate per le visite turistiche non esiste nulla del genere: le app sul mercato contengono testi storico artistici brevi e semplici e vengono piuttosto arricchite con curiosità o consigli per lo shopping e la ristorazione. Le informazioni proposte sono frutto di una approfondita ricerca di carattere scientifico e iconografico, appositamente formulata per essere resa disponibile al grande pubblico.

Hanno lavorato al progetto, a cura dei docenti Barbara Ghelfi e Alessandro Iannucci, un team del Laboratorio FrameLAB costituito da Marco Cornaglia, Federica Giacomini, Federico Taverni, Simone Zambruno, Marta Cominato e con la collaborazione degli studenti in tirocinio del Dipartimento di Beni Culturali: Linda Ferrari, Ludovica Ferrari, Sofia Marchi, Simona Marino, Carla Sulliotti, Martina Tognelli.