Da mercoledì 11 a sabato 14 settembre il Dipartimento di Architettura dell'Università di Bologna ospita il IX Congresso dell’Associazione Italiana di Storia Urbana (AISU). L'appuntamento è intitolato "La città globale. La condizione urbana come fenomeno pervasivo": quattro giornate per indagare i molti aspetti e le diverse prospettive della città globale mettendo in gioco il passato. L’approccio storico alla città globale e alle sue contraddizioni – sondare e continuare a leggere il passato con nuove lenti e risorse, scavando in quell'enorme ricchezza e nelle sue molteplici sfumature – nella dialettica all'interno del grande incontro con altri esperti, può infatti aiutare a maturare una più solida consapevolezza delle dinamiche del presente e a delineare possibili scenari futuri con prospettive di sviluppo sostenibile.
Se il mondo è sempre più popolato da città e la città è globale, in che modo le storie e le culture possono e potranno trovare spazio nella loro ricca diversità locale? Resiste quest’ultima, piuttosto, nella dimensione rurale e assume davvero implicitamente un ruolo marginale? Come affrontare questa nuova scala di lettura rispetto a altre più consuete dimensioni di analisi? In che modo rapportarsi al passato: sono poi questi fenomeni di monopolizzazione di linguaggi, attori, pratiche e valori davvero solo exploit recenti? Questi alcuni degli interrogativi che gli studiosi riuniti a Bologna si troveranno ad affrontare.
"Ci si interroga da varie parti sul futuro della globalizzazione e sul ruolo sempre più rilevante che giocano e giocheranno i grandi centri urbani: un tema cogente, rispetto a cui anche chi si occupa di mondi apparentemente lontani nel tempo non può sottrarsi", spiegano gli organizzatori. "In questo convegno vogliamo far emergere gli strumenti, gli interrogativi e le fonti proprie della storia urbana per affrontare, non solo le interazioni tra globalizzazione e città – come insieme di fenomeni, connessi con la crescita dell’integrazione economica, sociale e culturale tra le diverse aree del mondo – ma anche di riflettere su attriti e resistenze rispetto alla pervasività delle forme dell’urbano globale".