Il mentoring come strumento per sviluppare le competenze delle donne migranti altamente qualificate

La conferenza “Promoting highly skilled migrant women in a global knowledge economy”, organizzata nell’ambito del progetto “EUMentorSTEM”, presso il DamsLab, ha riunito ricercatori, decisori politici, funzionari nazionali, rappresentanti di aziende, rappresentanti della società civile e partner del progetto  per discutere le sfide, ma anche le opportunità che il tema delle donne altamente qualificate pone alle società d’approdo europee.

Secondo i dati Eurostat (2011), il 30% dei migranti aventi un titolo di istruzione terziaria in Europa (circa dieci milioni di persone) sono donne in età lavorativa sovra-qualificate e sotto-occupate. Nonostante le imprese segnalino un numero crescente di posizioni di lavoro altamente qualificate nei settori innovazioni, i migranti altamente qualificati spesso subiscono una discriminazione rispetto alle loro qualifiche.

Il progetto Erasmus+ “EUMentorSTEM” mira a sostenere l'inclusione nel mercato del lavoro di donne migranti altamente qualificate con formazione o esperienza professionale in ambito STEM (Scienze, Tecnologia, Ingegneria e Matematica).

Il dibattito delle due giornate ha messo in luce somiglianze e differenze tra i paesi i diversi paesi europei in termini di sfide e opportunità per l'inclusione nel mercato del lavoro delle donne migranti altamente qualificate. Tra le varie, è emerso che tali donne sono spesso colpite da processi di de-qualificazione, causati dall’intersezione di diverse caratteristiche quali l’essere migranti, donne, caregiver o appartenenti a una minoranza visibile, mentre i programmi di formazione, incentrati sulle competenze trasversali e sul networking, sono utili per aiutare le donne migranti altamente qualificate nel percorso per trovare lavoro qualificato nel paese ospitante. I decisori politici, gli studiosi, le imprese, la società civile e i professionisti, che operano in diversi contesti, è importante che collaborino per sanare l’invisibilità" delle donne migranti altamente qualificate e lavorare congiuntamente contro lo “spreco dei cervelli” e delle competenze.