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Laurea e imprenditorialità: più di 230 mila imprese fondate da laureati tra il 2004 e il 2018

Lo rivela il nuovo rapporto - il primo in Italia di questo tipo - curato dal Consorzio Interuniversitario AlmaLaurea, dal Dipartimento di Scienze Aziendali dell’Università di Bologna e da Unioncamere


Il Dipartimento di Scienze Aziendali dell’Università di Bologna ha collaborato, insieme ad Unioncamere, alla realizzazione del nuovo Rapporto “Laurea e imprenditorialità” di AlmaLaurea. Si tratta del primo studio sull'imprenditorialità dei laureati in Italia, realizzato considerando i dati di 2.891.980 laureati in tra il 2004 e il 2018 e delle imprese che hanno fondato.

Dal Rapporto emerge che il 7,1% dei laureati è fondatore di impresa (al momento della creazione di un’impresa possiede una quota di capitale e ricopre un ruolo imprenditoriale come amministratore, titolare o socio): complessivamente si tratta di 205.137 laureati. Le imprese da loro fondate sono 236.362, e rappresentano il 3,9% del totale delle imprese presenti in Italia a settembre 2019.

Il 61,3% dei fondatori ricopre una carica da titolare, il 22,1% da amministratore e il 16,6% da socio. Il 37,1% dei fondatori ha creato la propria impresa prima di conseguire la laurea (il 13,4% prima di iscriversi all'università, il 23,7% durante gli studi universitari), mentre il 27% entro il terzo anno dalla laurea. La quota restante (35,9%) ha creato la propria impresa dopo il terzo anno dalla laurea. Tra i fondatori gli uomini rappresentano il 53,9% mentre le donne il 46,1% (nella popolazione di laureati le percentuali sono invece, rispettivamente, 40,1% e 59,9%).

"Questa ricerca presenta i primi dati che combinano per un intero Paese i laureati delle sue università e le imprese da essi fondate in un lungo orizzonte temporale", spiega Maurizio Sobrero del Dipartimento di Scienze Aziendali. "Si tratta di una novità importante nel panorama mondiale della ricerca sul ruolo delle Università nel supportare lo sviluppo economico non solo attraverso la formazione di figure professionali qualificate, ma anche offrendo opportunità concrete di sviluppo di progetti imprenditoriali. Si tratta di uno sforzo tecnico particolarmente complesso, reso possibile dalla collaborazione lungimirante di due istituzioni come AlmaLaurea e Unioncamere che, per la prima volta, incrociano i propri dati e danno loro ulteriore vigore per indirizzare in modo più approfondito e consapevole le scelte a supporto dell’imprenditorialità. Il Dipartimento di Scienze Aziendali ha fornito il supporto scientifico e continuerà a sostenere lo sviluppo delle analisi per mettere a disposizione delle comunità interessate nuove opportunità di studio e di intervento". Insieme a Maurizio Sobrero, per l'Alma Mater hanno collaborato allo studio Azzurra Meoli e Riccardo Fini.

"Dall'indagine emerge il dato confortante che i nostri laureati hanno un significativo spirito imprenditoriale", commenta il presidente del Consorzio AlmaLaurea Ivano Dionigi. "Lo studio mette altresì in evidenza che, anche in questo campo, come in quello dell'orientamento, il contesto socio-economico della famiglia esercita un ruolo decisivo. Pertanto, anche in considerazione dell'attuale scenario economico, la cultura imprenditoriale va incentivata attraverso efficaci attività di orientamento e di promozione di competenze che ne facilitino la diffusione".

La direttrice di AlmaLaurea Marina Timoteo aggiunge: "L’indagine svolta dal Consorzio Interuniversitario AlmaLaurea in collaborazione con Unioncamere e Dipartimento di Scienze Aziendali dell'Università di Bologna, mostra come l’imprenditorialità dei laureati abbia esiti positivi nell'ambito nazionale. Le imprese create dai laureati sono più vitali: hanno, infatti, un tasso di crescita e di sopravvivenza più alto, assumono forme giuridiche più complesse e contribuiscono a creare opportunità di lavoro anche nelle aree del territorio italiano che vivono maggiori difficoltà economiche. L’indagine conferma, quindi, il dato, già da tempo acquisito dalle indagini di AlmaLaurea: laurearsi conviene. Chi si laurea ha più chances di fare impresa e ha più chances di far durare l’impresa che ha creato".

"Dallo studio emerge un dato significativo: il 7% dei laureati nelle diverse discipline avvia una attività di impresa", sottolinea poi il segretario generale di Unioncamere Giuseppe Tripoli. "Per fondare una azienda serve certamente una idea brillante e innovativa, ma servono anche le conoscenze per la realizzazione del business plan e le competenze di carattere manageriale sugli aspetti finanziari del fare impresa. Su questo piano intervengono le Camere di commercio, lavorando, insieme alle associazioni, al fianco degli aspiranti e neo imprenditori. Un sostegno decisivo soprattutto per le imprese di minori dimensioni".