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Disabilità e quarantena: gli studenti Unibo si sfidano per trovare soluzioni innovative

#SocialMakersforCovid19: un hackathon aperto a tutti gli iscritti all'Alma Mater per ideare progetti capaci di aiutare ragazze e ragazzi affetti da disabilità intellettiva lieve in un periodo in cui tutti i Centri diurni per i disabili sono stati chiusi a causa dell'emergenza sanitaria

Un hackathon per trovare soluzioni innovative, immediatamente applicabili, che possano aiutare ragazze e ragazzi affetti da disabilità intellettiva lieve (sindrome di Down, epilessia, autismo) e le loro famiglie in questo periodo di emergenza sanitaria. È la sfida che l'Università di Bologna, in collaborazione con l'Associazione Genitori Ragazzi Down, lancia a tutti i suoi studenti: c'è tempo fino a domenica 5 aprile per partecipare.

L'iniziativa si chiama #SocialMakersforCovid19: dal 7 al 15 aprile, quattro squadre di studenti si sfideranno, incontrandosi online, per ideare soluzioni e creare progetti ad alto impatto sociale destinati supportare le famiglie che vivono con ragazzi con la sindrome di Down o altre forme di disabilità intellettiva, in un periodo in cui tutti i Centri diurni per i disabili sono stati chiusi a causa dell'epidemia di Covid-19.

"È un modo per valorizzare le competenze, generare idee innovative e avvicinare i nostri studenti a importanti temi sociali come la disabilità e le azioni di supporto", dice la professoressa Rosa Grimaldi, delegata all'imprenditorialità dell’Alma Mater. "Tutto questo, in un momento particolarmente delicato, quando i più deboli rischiano di essere quelli più esposti e meno protetti: proprio per questo è necessario agire anche con l’aiuto di nuove idee e soluzioni".

Gli studenti saranno seguiti da un tutor che li aiuterà, utilizzando un approccio “Learning by Helping”. E dalle soluzioni ideate potranno nascere anche dei prototipi, grazie all’accesso mediato, tramite tecnici di laboratorio, al makerspace AlmaLabor.