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Entra nel vivo Perceptions, progetto europeo su migrazioni e sicurezza

Al via l’attività di ricerca del progetto europeo H2020 che ha l’obiettivo di studiare le percezioni, le narrative (e le contro-narrative) dell’Europa elaborate al di fuori dei suoi confini, e diffuse attraverso media e social media, e di valutarne l’impatto sui processi migratori e sulle pratiche degli operatori che si occupano di border management

Coordinato da SYNYO GmbH, agenzia austriaca per la ricerca e l’innovazione, il progetto Perceptions riunisce 25 partner di 12 Paesi europei e 3 extra-europei (Israele, Egitto e Algeria). Il progetto, di durata triennale, vede il coinvolgimento dell’Alma Mater con un team multidisciplinare guidato da Luca Pietrantoni, del Dipartimento di Psicologia, e da Pierluigi Musarò per il Dipartimento di Sociologia e Diritto dell’Economia.

Università, centri di ricerca, fondazioni e Forze di polizia stanno lavorando assieme già da un anno per capire in che modo le differenti percezioni dell’Europa si relazionano alla disposizione alla migrazione, ma anche per gettare luce su quali problematiche legate alla sicurezza possono emergere quando le aspettative di chi intraprende un viaggio verso l’Europa in cerca di migliori condizioni di vita non trovano riscontro nella realtà.

Non solo i racconti di migranti ritornati nei paesi d’origine, ma anche servizi di giornali e telegiornali, immagini, tweet e post sui social media, campagne di comunicazione istituzionale costituiscono fonti di particolare interesse per i ricercatori e le ricercatrici al lavoro su PERCEPTIONS. La ricerca, infatti, si prefigge non solo di comprendere le percezioni sociali, ad esempio, tra i “push” e “pull” factor, rispetto alle opportunità lavorative in Europa ma anche di esaminare quali fattori influenzano queste percezioni e attraverso quali canali queste vengono diffuse: quali fattori contribuiscono a creare al di fuori dell’Europa una sua immagine di “paradiso” o “luogo del vizio”? Come si alimentano news e fake news?

La pandemia del Covid-19 ha inoltre messo in evidenza fragilità e contraddizioni. Da una parte ha imposto, con la chiusura delle frontiere, l’isolamento (e il confinamento) di Stati e di popolazioni, ma dall’altra ha reso evidente il ruolo dei migranti sia come “lavoratori essenziali” (si pensi alla carenza di lavoratori migranti specializzati che ha rischiato di mettere in crisi la produzione agricola in alcuni paesi europei), sia come esseri umani che devono affrontare gli stessi nostri rischi e che devono poter godere del nostro stesso “diritto di respirare”.

Il progetto si pone quindi l’obiettivo di immergersi nell’emergenza per acquisire nuove conoscenze su come stanno cambiando percezioni e comportamenti nella crisi sanitaria ed economica attuale.

Nelle prossime settimane, il progetto si appresta a dare inizio a una fase particolarmente calda di confronto con diversi stakeholders. Sarà lanciata un’indagine multi-nazionale rivolta agli operatori di prima linea in ambito migratorio, allo scopo di raccogliere informazioni sulle sfide, le barriere e i problemi che le percezioni inaccurate dell’Europa stanno creando a chi si mette in viaggio o è in transito e a chi si occupa di coordinare gli arrivi in territorio europeo. In Italia, l’Università di Bologna, insieme all’Università La Sapienza di Roma, coordinerà lo studio. Migranti, operatori di prima linea e policy makers di tutta Europa saranno ulteriormente coinvolti, attraverso uno studio qualitativo su (mis)percezioni e minacce subite, percepite o sventate. Al termine del progetto saranno sviluppati strumenti per operatori e professioni che lavorano in prima linea su queste sfide, tra cui polizie di frontiera, operatori della sicurezza, e operatori delle organizzazioni umanitarie. Partner come Caritas di Cipro e le varie Forze di polizia di paesi del Mediterraneo aiuteranno nella valorizzazione dei risultati finali.

Il team dell’Università di Bologna ha inoltre il compito di creare un modello innovativo di approccio - destinato a operatori nell’ambito della migrazione, organizzazioni governative e non, forze dell’ordine, accademici, policymakers – in grado di suggerire strategie, contromisure, informazioni validate, nonché materiali creativi, in cartaceo e in digitale, per supportare la diffusione di un’immagine realistica dell’Europa, delle sue risorse e delle sue minacce. Un approfondimento, realizzato dal team Unibo, riguarderà le aspettative lavorative dei migranti provenienti dell’Africa sub-sahariana, il rischio di coinvolgimento in sfruttamento lavorativo e lo sviluppo di competenze negli operatori per gestire tali situazioni.

Perceptions (Understand the Impact of Novel Technologies, Social Media, and Perceptions in Countries Abroad on Migration Flows and the Security of the EU & Provide Validated Counter Approaches, Tools and Practices) è un progetto finanziato dall’Unione Europea per il triennio 2019-2022 all’interno delle azioni di ricerca e innovazione del programma HORIZON 2020, nel Programma di Lavoro “Secure societies – Protecting freedom and security of Europe and its citizens”.