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Lutto in Ateneo. È scomparso il prof. Giovanni Toderi

A lungo docente di Agronomia all'Università di Bologna, direttore dell’Istituto di Agronomia e Coltivazioni erbacee e delle Aziende Agrarie dell'Ateneo

È scomparso il professor Giovanni Toderi, a lungo docente di Agronomia all'Università di Bologna. La sua lunga carriera universitaria è iniziata subito dopo la laurea all'Alma Mater. Dopo alcuni anni di attività di ricerca a Bologna, seguì come assistente il professor Baldoni a Bari e a Padova, prima di essere chiamato a Bologna per tenere la cattedra di Agronomia. Qui fu per un lungo periodo direttore dell’Istituto di Agronomia e Coltivazioni erbacee e diresse anche le Aziende Agrarie dell’Università di Bologna.

La sua conoscenza agronomica era molto vasta ed approfondita, testimoniata da numerose pubblicazioni scientifiche e, soprattutto, da molti interventi a convegni e congressi. I suoi risultati, sempre molto applicativi, sono stati spesso pubblicati su articoli divulgativi e venivano prontamente messi in pratica dagli operatori agricoli.

I suoi interessi di ricerca spaziavano dall’agronomia (concimi, rotazioni) alle coltivazioni erbacee (frumenti, mais): era in grado di colloquiare proficuamente con esperti di molte discipline diverse. I suoi esperimenti si basavano prevalentemente su prove di campo impostate su solide basi di metodologa statistica (appresa dal professor Mancini). Molte di queste attività sperimentali sono tuttora in corso (lo testimoniano le cinquantennali esperienze agronomiche di Bologna e di Padova) e forniscono materia di studio per numerosi scienziati, anche internazionali.

Il professor Toderi discuteva i risultati di ricerca con estremo rigore ed elevato senso critico. Ha rappresentato per gli studenti e per molti agronomi italiani un esempio da seguire per la sua passione per l’agricoltura e per le sue approfondite conoscenze del mondo rurale, apprese sia con ricerche scientifiche sia empiricamente, grazie ad una lunga ed intensa relazione col mondo operativo. È stato un professore che ha impersonificato perfettamente la figura del buon accademico: alta statura etica, sempre alla ricerca di un’evoluzione del pensiero scientifico, ma mai perdendo di vista le reali necessità del mondo in cui esso si sviluppa.