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Perseverance e il suolo di Marte: una docente Unibo nel Mars Sample Return Science Planning Group

La professoressa Barbara Cavalazzi è l’unica italiana all’interno del gruppo che deciderà come dovranno essere conservati e analizzati i campioni di roccia marziana che verranno prelevati dal nuovo rover della NASA


Il rover Perseverance all'opera sulla superficie di Marte (Illustrazione: NASA/JPL-Caltech)

 

Barbara Cavalazzi, professoressa al Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche e Ambientali dell'Università di Bologna, farà parte del Mars Sample Return Science Planning Group, il gruppo di scienziati che redigerà i requisiti per la conservazione e per le prime analisi dei campioni di suolo marziano che saranno prelevati dal rover Perseverance.

Partito ieri dalla Cape Canaveral Air Force Station in Florida (USA) a bordo del razzo Atlas V di United Launch Alliance, Perseverance è in quinto rover della NASA lanciato verso Marte. Se tutto andrà bene, atterrerà sul suolo marziano il prossimo 18 febbraio, accompagnato dal drone elicottero Ingenuity.

Con i suoi strumenti e supporti scientifici, Perseverance osserverà e analizzerà la superfice di Marte a caccia di segnali (fisici o chimici) di vita passata (e forse presente). "Il sito di atterraggio scelto, il cartere Jezero, presenta una serie di caratteristiche geologiche che indicano che alcuni miliardi di anni fa quella porzione di Marte ospitava acqua liquida sulla sua superficie e che, quindi, avrebbe plausibilmente avuto le condizioni per sostenere la vita", spiega la professoressa Cavalazzi.

Oltre ad inviare sulla Terra nuove immagini, dati e informazioni sul suolo e l’atmosfera di Marte, il rover della NASA ha anche però un ulteriore compito strategico e ambizioso: raccogliere campioni di roccia marziana. Il robot è infatti dotato di un trapano per perforare il suolo e di una serie di provette in titanio nelle quali inserire i campioni raccolti. Campioni che una futura missione dovrà portare sulla Terra.

"Disporre di campioni originali del pianeta Marte è la prossima frontiera delle ricerche spaziali", dice Cavalazzi. "Il lavoro del rover Perseverance ci permetterà di compiere un passo molto importante in questa direzione e aprirà la strada alle missioni spaziali di prossima generazione, che dovranno trovare il modo di riportare i campioni raccolti sul nostro pianeta".

La professoressa Cavalazzi è l'unica italiana tra i quindici scienziati internazionali selezionati che affiancheranno gli studiosi della NASA per decidere come questi preziosissimi campioni dovranno essere archiviati, conservati e successivamente distribuiti all'interno della comunità scientifica. E quali dovranno essere i requisiti per le prime serie di analisi che saranno realizzate.

Assieme ai quindici studiosi internazionali, NASA e ESA hanno selezionato inoltre cinque giovani scienziati che seguiranno le operazioni sul terreno di Perseverance. Il programma si chiama Mars 2020 Returned Sample Science Participating Scientists, e tra i cinque selezionati c'è anche Keyron Hickman-Lewis, che ha conseguito lo scorso ottobre il dottorato di ricerca in co-tutela con l’Università di Bologna, sotto la supervisione della professoressa Cavalazzi, e che raggiungerà a breve il Natural History Museum di Londra (Regno Unito).