Si terrà a Bologna, martedì 14 settembre, dalle 16.30 alle 18.30, presso l’Aula Magna del Dipartimento di Fisica e Astronomia “Augusto Righi” e trasmesso in contemporanea via streaming, l’evento di presentazione alla comunità accademica internazionale e alla cittadinanza del progetto FEDORA, il progetto europeo che rientra nel programma di finanziamenti alla ricerca Horizon2020 e coinvolge, oltre all’Alma Mater, altri 5 partner da altrettanti paesi europei.
Coordinato dalla prof.ssa Olivia Levrini, docente di Didattica della Fisica all’Università di Bologna, FEDORA mira ad innovare l’educazione scientifica affinché possa sostenere studenti e studentesse nel gestire le grandi sfide poste da quella che i sociologi definiscono la “società dell’accelerazione e dell’incertezza”. L’innovazione proposta dal progetto passa attraverso un ripensamento dell’insegnamento scientifico affinché diventi un contesto per sviluppare competenze interdisciplinari e di futuro, come la capacità di costruire scenari, accettare il rischio, stare nel cambiamento e diventare agenti consapevoli.
In occasione della presentazione del progetto, il Dipartimento di Fisica e Astronoma “A. Righi” ospiterà una conferenza dello scrittore Andri Snær Magnason, il cui lavoro ha profondamente ispirato la progettazione stessa di FEDORA. L’autore accompagnerà il pubblico in un viaggio attraverso le grandi domande che pone il riscaldamento globale, mostrando il potere e il valore delle narrazioni e dell'immaginazione per comprendere “qualcosa che è più grande del linguaggio”. Come scrive egli stesso, “L'Okjökull, un ghiacciaio che da tempi immemorabili si ergeva su quasi venti chilometri quadrati di suolo islandese, oggi è una misera striscia di ghiaccio inerte, e nei prossimi duecento anni potrebbero essere dichiarati morti anche tutti gli altri ghiacciai dell'isola. Ma prima di allora, sulla terra intera, i nostri figli e nipoti vivranno già in un ambiente molto diverso da quello di innumerevoli generazioni del passato: l'aumento delle temperature e del livello dei mari e lo stravolgimento chimico delle loro acque provocati dalle attività umane avranno distrutto ecosistemi millenari, potenziato uragani e inondazioni, eroso terre abitabili e coltivabili e costretto a migrazioni di massa le specie viventi, compresa la nostra. E allora perché restiamo immobili, o quasi? Forse perché quei cento o duecento anni non li sentiamo così vicini, e perché gli appelli allarmati degli scienziati sul «riscaldamento globale» o sulla «acidificazione degli oceani» non riescono a toccarci cognitivamente ed emotivamente: resteranno rumore bianco finché il passato collettivo, i miti, la fantasia non consegneranno loro un'anima, consentendoci di interiorizzarne un'immagine e un significato”.
Dopo il saluto del Direttore del Dipartimento di Fisica e Astronomia, prof. Andrea Cimatti, e prima dell'intervento di Andri Snær Magnason, la coordinatrice di FEDORA, Olivia Levrini, introdurrà le idee principali del progetto. L'evento si chiuderà con un contributo di Sibel Erduran, responsabile per FEDORA dell'Università di Oxford e presidente della principale associazione europea dei ricercatori in didattica delle scienze (ESERA) che fornirà spunti di riflessione sulle connessioni tra il lavoro di Magnason e i più recenti progressi nella ricerca educativa.
Andri Snær
Nato a Reykjavik, Andri Snær Magnason è uno scrittore e sceneggiatore di fama internazionale, da sempre impegnato anche a livello politico. Il suo ultimo libro, Il Tempo e l’Acqua, edito in Italia da Iperborea, è stato tradotto in 32 lingue ed esplora il linguaggio del cambiamento climatico ed i possibili motivi per cui i dati e la scienza non hanno raggiunto né le nostre sensibilità né la politica.