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Lutto in Ateneo. È scomparso il prof. Luigi Cavazza

Professore Emerito di Agronomia Generale e Coltivazioni Erbacee dell’Alma Mater, durante la sua lunga carriera universitaria ha contribuito a una profonda trasformazione dell’agricoltura italiana, da sistema arcaico a moderno e innovativo

Si è spento, il 15 gennaio 2021, il prof. Emerito Luigi Cavazza, docente di Agronomia Generale e Coltivazioni Erbacee all'Alma Mater.

Laureato in Scienze Agrarie nel 1946 all’Università di Bari, dove è diventato Professore Ordinario di Agronomia Generale e Coltivazioni Erbacee nel 1959, dal 1969 ha prestato servizio all’Università di Bologna. In un periodo ancora difficile per i viaggi ed i contatti con istituzioni di altre nazioni, ha avuto diverse esperienze di studio e ricerca all’estero: presso l’Istituto di Fisiologia vegetale del Politecnico di Zurigo, il Dipartimento di Fisica, nella Stazione sperimentale di Rothamsted (Inghilterra), all’Università di Logan, Utah, dove conseguì il Master in Agronomia (tesi in Fisica del terreno) con il prof. S.A. Taylor.

Durante la sua lunga carriera ha operato numerose innovazioni e realizzato importanti opere, fondando l’azienda sperimentale “E. Pantanelli” della Facoltà di Agraria di Bari e contribuendo a fondare l’Istituto Agronomico Mediterraneo di Bari, in Valenzano, attualmente una delle più importanti istituzioni internazionali operanti nel campo dell’irrigazione; avviando il gruppo di studio dell’irrigazione del CNR, l’attuale GRUSI, che originariamente portava avanti ricerche coinvolgendo studiosi di tutta Italia. Ha inoltre contribuito a fondare la Rivista di Agronomia, organo ufficiale della Società Italiana di Agronomia, di cui è stato direttore responsabile dal 1967 al 1974. E’ stato membro del Consiglio Superiore dell’Agricoltura e delle Foreste e membro del Comitato Tecnico dell’Autorità di bacino del Po; è stato presidente dell’Accademia Nazionale d’Agricoltura dal 1995 al 2004, dell’UNASA (Unione Nazionale delle Accademie italiane per l’agricoltura, la sicurezza alimentare e la tutela ambientale) e della Società Italiana di Agronomia; accademico emerito dei Georgofili, accademico corrispondente dell’Accademia di Agricoltura di Francia, socio emerito dell’Associazione Idrotecnica Italiana e Cavaliere del Ministero dell’Agricoltura di Francia. La sua produzione scientifica è documentata da oltre 340 pubblicazioni, su riviste nazionali ed estere, da un testo “Fisica del terreno agrario” e da un testo “Applicazioni di fisica del terreno” in collaborazione con la prof.ssa Antonia Patruno.

Il professor Cavazza ha introdotto per primo la statistica per l’interpretazione dei risultati della ricerca, applicando rigorosamente gli schemi sperimentali alle prove di campo, quando ancora l’agronomia era quasi solo qualitativa e non quantitativa. Per primo capì l’importanza della multidisciplinarietà nelle scienze agronomiche, collaborando con chimici, fisici, matematici e biologi, anche facendoli entrare nel suo gruppo di lavoro. Poiché allora l’Istituto di Agronomia era diviso in tre sedi, la sua esperienza all’estero lo aveva portato ad istituzionalizzare un incontro all’ora del tè, per dare la possibilità ai colleghi di incontrarsi per discutere di scienza. Infine, innovò le scienze agrarie richiedendo lo sdoppiamento dell’insegnamento di Agronomia Generale e Coltivazioni Erbacee e introducendo il corso di Miglioramento Genetico delle Piante Agrarie.


Per molti anni ha dedicato la propria attività ad aspetti idrologici del sistema continuo suolo-pianta-atmosfera, occupandosi dei problemi di irrigazione e drenaggio, degli aspetti fisici delle lavorazioni del terreno e della fertilità dei suoli, trasmettendo il suo entusiasmo, il rigore scientifico, l’ampiezza di interessi e la sua grande passione per la ricerca ai giovani ricercatori di molte generazioni.