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Miniere della memoria

Autore: A cura di Antonella Coralini, Paolo Giulierini, Elena Calandra

Editore: All'insegna del Giglio

Valorizzare ciò che è conservato in un archivio, in un deposito o in una biblioteca non significa solo recuperare gli scavi inediti o rileggere quelli già editi per arricchire la ricerca: significa anche ricostruire la storia degli studi e della società nella quale furono effettuati e tramandarne memoria.

Sono ancora molti quelli che continuano a credere che l'archeologia si occupi solamente di scavi nel terreno. Non è così, invece: per la ricerca è indispensabile “scavare” anche alibi, in archivi, depositi, biblioteche, vere e proprie “miniere” della memoria; luoghi in cui documenti e materiali attendono di essere riscoperti, studiati e valorizzati.

Perché sono così importanti gli scavi alibi? Valorizzare ciò che è conservato in un archivio, in un deposito o in una biblioteca non significa solo recuperare gli scavi inediti o rileggere quelli già editi per arricchire la ricerca: significa anche ricostruire la storia degli studi e della società nella quale furono effettuati e tramandarne memoria.

È un lavoro tanto necessario quanto lungo e complesso, ancora troppo spesso percepito come “oscuro” e “senza gloria”, e quindi trascurato.

Dalla convinzione della necessità degli scavi alibi è nato già nei primi anni 2000 il progetto “Archeologie alibi” dell'Università di Bologna, diretto dalla professoressa Antonella Coralini. Nel luglio 2020 ha visto la luce il suo prodotto più recente, ovvero il volume “Miniere della memoria. Scavi in archivi, depositi e biblioteche”, pubblicato dalla casa editrice “All'insegna del Giglio”, per la collana “Le archeologie” del Museo Archeologico Nazionale di Napoli e curato da Paolo Giulierini, Antonella Coralini ed Elena Calandra.

Al volume, nato dal Convegno internazionale tenutosi nel 2018 nella suggestiva sala del Toro Farnese, presso il museo archeologico nazionale di Napoli, hanno collaborato, oltre a Unibo, anche il Centre Jean Bérard e ricercatori di università italiane e straniere, che hanno esplorato il tema delle archeologie alibi, da più punti di vista, con focus sull'Italia meridionale.

A “Miniere della memoria” seguiranno presto altre due raccolte di saggi dedicati a nuovi casi di studio e con il medesimo obiettivo: indagare il passato partendo da una prospettiva non usuale, ma che ha tutte le carte in regola per essere considerata l'archeologia del futuro.