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Rileggere e riscoprire il patrimonio culturale “dissonante”

Un appuntamento internazionale sul patrimonio culturale per i dottorandi delle otto università dell’alleanza Una Europa, promosso dall’Università di Bologna e dalla Jagiellonian University di Cracovia


Cercare nuove chiavi di lettura, strategie e narrative per la salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio culturale "dissonante", cioè un patrimonio tangibile e intangibile che per il contesto storico in cui si è formato e i valori che esprimeva in passato è particolarmente difficile da raccontare e gestire. Un esempio sono gli edifici storici risalenti all’epoca del colonialismo o quelli voluti da regimi totalitari.

Questa è la sfida lanciata da “Dissonant Heritage: Concepts, Critiques, Cases”, evento internazionale che coinvolge ventidue studenti di dottorato provenienti dalle otto università partner dell’alleanza Una Europa: Università di Bologna (Italia), KU Leuven (Belgio), Helsingin Yliopisto (Finlandia), Université Paris 1 Panthéon-Sorbonne (Francia), Freie Universität Berlin (Germania), Uniwersytet Jagielloński (Polonia), University of Edinburgh (Regno Unito), Universidad Complutense de Madrid (Spagna).

Ideato e realizzato dall’Università di Bologna e dalla Jagiellonian University di Cracovia all'interno del pilastro Cultural Heritage di Una Europa, il workshop si svolgerà in simultanea nei due atenei dal 16 al 20 novembre - con modalità mista, online e in presenza.

I dottorandi coinvolti - undici in Italia e undici in Polonia - si occupano di gestione del patrimonio culturale partendo da prospettive diverse, tra antropologi, archeologi, giuristi, sociologi, storici, storici dell’arte. Insieme, affronteranno il tema del patrimonio dissonante, approfondendo in particolare quattro aspetti: dissonanza nelle collezioni dei musei scientifici, sostenibilità sociale dei percorsi di valorizzazione, prospettive storiche e legali connesse a questo tipo di patrimonio, contributo delle arti per evidenziare e gestire la dissonanza.

In programma ci sono cinque giorni di seminari, teamwork e fieldwork in ciascuna delle due sedi. A Bologna, il primo fieldwork si concentrerà sulla collezione dissonante di maschere facciali realizzate dall’antropologo Lidio Cipriani, conservata alle Collezioni di Antropologia del Sistema Museale di Ateneo, mentre il secondo sarà dedicato al quartiere razionalista di Forlì, grazie alla collaborazione della Rotta Culturale Europea ATRIUM e del suo presidente, il professor John Patrick Leech. A Cracovia, invece, gli studenti visiteranno il quartiere socialista di Nowa Huta e il museo di Auschwitz-Birkenau.

L'iniziativa coinvolge oltre quindici docenti e sette dipartimenti dell'Alma Mater ed è partita già nelle scorse settimane con una serie di incontri di preparazione, tra cui un seminario introduttivo e tre lecture online. I cinque giorni intensivi di lavori, saranno seguiti dalla progettazione e realizzazione di saggi e altri prodotti multimediali e audiovisivi (fotografie, video e vlog) o artistici (come illustrazioni e fumetti) da parte degli studenti. I diversi contributi saranno raccolti in un e-book e presentati in un convegno finale online in programma a marzo del prossimo anno.

Fanno parte del comitato scientifico del workshop tutti i membri dei Self Steering Commitee del pilastro Cultural Heritage dell’alleanza Una Europa. L’organizzazione del workshop è stata curata per l'Alma Mater dalle professoresse Patrizia Battilani (Dipartimento di Scienze Economiche), Maria Giovanna Belcastro (Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche e Ambientali) e Giulia Crippa (Dipartimento di Beni Culturali), insieme all’assegnista di ricerca Teresa Nicolosi, e per la Jagiellonian University da Krzysztof Kowalski, Magdalena Banaszkiewicz, Łucja Piekarska-Duraj e Paweł Plichta.