I corridoi umanitari per studenti universitari devono diventare un modello di accoglienza per tutto il Paese. Se ne è parlato nel corso della tavola rotonda “Refugee Sponsorship and Student pathways” organizzata da ICMC Europe, Consorzio Communitas e con la collaborazione di Caritas Italiana nell’ambito del Progetto SHARE QSN. All’iniziativa hanno partecipato i responsabili dei progetti di accoglienza per studenti rifugiati organizzati in Germania, Gran Bretagna, Canada, Stati Uniti e Australia.
Dal 2019 è stato avviato il progetto dei corridoi umanitari UNICORE, oggi alla sua terza edizione, che consente di avere delle vie legali di ingresso per motivi di studio a studenti titolari di protezione internazionale in Etiopia. A settembre verranno accolti 45 i giovani in 24 diversi Atenei italiani e come ha sottolineato il prof. Marco Borraccetti dell’Università di Bologna, da cui il progetto ha preso il via, "a questi studenti non basta garantire una laurea, ma bisogna metterli nelle condizioni di poter decidere del proprio futuro. E’ fondamentale che alla borsa di studio vengono affiancati altri interventi come l’accoglienza in famiglia, il supporto economico e psicologico, oltre a percorsi di inserimento lavorativo".
I corridoi per studenti universitari nascono in seguito alla raccolta di disponibilità degli Atenei , dopo la quale viene pubblicato un bando che viene promosso online per raggiungere le università etiopi e le associazioni di studenti rifugiati o altre ONG che operano a favore dei rifugiati. Questa fase avviene con il supporto decisivo dell'UNHCR Etiopia di Gandhi Charity. Raccolte e valutate la varie candidature viene poi organizzata una missione in Etiopia per incontrare gli studenti e, infine, in accordo con l’ambasciata italiana di Addis Abeba, vengono preparati i vari documenti necessari all’ingresso con visto per motivi di studio.
Il programma non rimane circoscritto all’ambito universitario, ma prevede anche un sostegno all’inserimento sociale. Ciò avviene grazie all’intervento delle Caritas Diocesane, in collaborazione con la Diaconia Valdese, che individuano operatori e famiglie tutor che per due anni diventano i punti di riferimento dello studente.