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Torna alla luce la Porta di Tol-a Ajori: il monumento che celebra la conquista persiana di Babilonia

Scoperta presso Persepoli da una missione archeologica congiunta italo-iraniana, è la copia della celebre Porta di Ishtar babilonese: dopo dieci anni di lavori il sito è finalmente destinato essere aperto al pubblico


Dopo un’opera di scavo durata dieci anni, è finalmente pronto per gli interventi di restauro e la successiva apertura al pubblico il sito archeologico che ospita la Porta di Tol-e Ajori, presso Persepoli, in Iran. Il monumento fu probabilmente fatto costruire dall’imperatore persiano Ciro il Grande, o dal figlio Cambise, per celebrare la conquista di Babilonia avvenuta nel 539 avanti Cristo: è infatti una copia persiana della famosa Porta di Ishtar, che si trovava a Babilonia ed è oggi ricostruita al Pergamonmuseum di Berlino.

A riportare alla luce il monumento – con dieci campagne di scavo partite nel 2011 – è stata una missione archeologica congiunta italo-iraniana guidata dall’Università di Bologna e dall’ISMEO (Associazione Internazionale di Studi sul Mediterraneo e l’Oriente). Nel 2017, il Ministero dei Beni Culturali della Repubblica Islamica dell’Iran ha poi fatto partire i lavori per la musealizzazione del sito archeologico, che sarà inaugurato ufficialmente il prossimo autunno.

"La porta di Tol-e Ajori è una delle più importanti scoperte archeologiche degli ultimi decenni", spiega Pierfrancesco Callieri, professore al Dipartimento di Beni Culturali dell'Università di Bologna che guida la missione archeologica per parte italiana. "Non solo perché attesta una presenza dinastica a Persepoli nel primo periodo persiano, ma anche perché si tratta di un caso unico nella storia dell’archeologia: una copia della Porta di Ishtar di Babilonia, ricostruita in dimensioni maggiori e con alcune differenze nella tecnica costruttiva".

La missione archeologica italo-iraniana – che ha come condirettore il professor Alireza Askari Chaverdi della Shiraz University – opera in Iran sin dal 2005. Dopo un impegno iniziale nell’area dell’antica città di Pasargade, nel 2008 gli archeologi si sono spostati a Persepoli, celebre centro cerimoniale della dinastia persiana degli Achemenidi, fondato da Dario I intorno al 518 a.C. e oggi sito Patrimonio mondiale dell’UNESCO. È a 3,5 chilometri dalla Terrazza di Persepoli che, durante uno scavo sulla collina nota come Tol-e Ajori (ovvero, “la collina dei mattoni”) è venuta alla luce la prima straordinaria testimonianza della Porta di Tol-e Ajori: copia persiana della Porta di Ishtar babilonese.

"Il monumento è costruito non in mattoni crudi e pietra come sulla Terrazza di Persepoli, dove si trovano i grandi palazzi reali, ma in mattoni crudi e mattoni cotti, con un paramento esterno di mattoni invetriati", dice Callieri. "E anche l'apparato decorativo è del tutto simile all'originale, tanto da suggerirci che i Persiani possano aver utilizzato manodopera specializzata babilonese appositamente per quest'impresa".

Sulla fascia inferiore delle pareti della Porta di Tol-e Ajori è infatti ancora presente una superficie invetriata con un motivo di rosette con bordi geometrici uguale a quello dell'originale babilonese. Mentre più in alto, le pareti erano decorate con pannelli di mattoni invetriati a rilievo, su cui comparivano il toro e il drago-serpente mushkhushshu: gli stessi animali babilonesi che oggi si possono vedere nella ricostruzione della Porta di Ishtar al Pergamonmuseum di Berlino.

Dallo scorso settembre, la missione archeologica congiunta italo-iraniana è impegnata in un’ultima campagna di scavo per esplorare alcune aree che fino ad oggi non era stato possibile indagare, con una sperimentazione di “smart excavation” che vede il team iraniano sul posto e la partecipazione a distanza degli studiosi italiani. L’ultimo sforzo prima dell’inaugurazione ufficiale in programma per il prossimo autunno, quando la presenza della Porta di Tol-e Ajori andrà ad arricchire ulteriormente lo straordinario patrimonio artistico dell’antica Persepoli.

I lavori della missione italo-iraniana hanno usufruito negli ultimi dieci anni del sostegno finanziario dell’Università di Bologna, dell’ISMEO, del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, nonché della Fondazione Flaminia di Ravenna e della Lighthouse Group Srl di Casalecchio di Reno (Bologna). I partner iraniani sono invece il Research Institute for Cultural Heritage and Tourism, l’Iranian Centre for Archaeological Research, il Persepolis World Heritage Site e la Shiraz University.