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Unibo coordinerà uno dei 9 spoke del Centro Nazionale per lo sviluppo delle Nuove Tecnologie in Agricoltura “Agritech”

Nel complesso si tratta di un progetto per lo sviluppo sostenibile dell’agricoltura con un finanziamento senza precedenti per la ricerca nell’agrifood. Nato grazie ai fondi PNRR, il Centro coinvolge 28 università, 5 centri di ricerca, 18 imprese


Sarà incentrato sullo sviluppo di sistemi agrari sempre più tecnologici e sostenibili lo spoke, coordinato dall’Università di Bologna, che fa parte del neonato “Agritech”. Il Centro Nazionale per lo sviluppo delle Nuove Tecnologie in Agricoltura è un progetto basato sull’utilizzo delle tecnologie abilitanti per lo sviluppo sostenibile delle produzioni agroalimentari, con l’obiettivo di favorire l’adattamento ai cambiamenti climatici, la riduzione dell’impatto ambientale nell’agrifood, lo sviluppo delle aree marginali, la sicurezza, la tracciabilità e la tipicità delle filiere. Vale circa 350 milioni di euro di cui 320 milioni a carico del PNRR: un finanziamento senza precedenti per la ricerca in agrifood.

Ne fanno parte 28 università, 5 centri di ricerca, 18 imprese. Un parterre costituito dalle eccellenze italiane nel settore agrifood, che conta al momento 51 attori distribuiti su tutto il territorio nazionale e che ha raccolto quasi mille manifestazioni d’interesse nel settore industriale di riferimento.

Il Centro nasce con l’ambizione di combinare le migliori competenze scientifiche per rendere l’agricoltura italiana più competitiva, tecnologica e sostenibile. Vuole collegare infrastrutture di ricerca in agricoltura disponibili a livello nazionale, utilizzare le tecnologie abilitanti per migliorare produttività e sostenibilità, oltre a promuovere transizione ecologica e digitale, collaborare con le imprese per aumentare la resilienza e la competitività economica nel settore agroalimentare e formare la prossima generazione di studiosi nel settore, garantendo il capitale umano e le competenze necessarie per affrontare le sfide future.

Prevede l’applicazione di tecnologie per l’Agricoltura perseguendo cinque obiettivi principali:
•     Resilienza: Adattamento delle produzioni ai criteri di sostenibilità e ai cambiamenti climatici;

•     Basso impatto: Riduzione degli sprechi e dell’impatto ambientale;

•     Circolarità: Sviluppo di strategie di economia circolare;

•     Recupero: Sviluppo delle aree marginali;

•     Tracciabilità: Promozione della sicurezza, tracciabilità e tipicità delle filiere agroalimentari.


L’Università di Bologna, nell’ambito della sua partecipazione complessiva a 5 spoke del Centro Agritech, e partendo dalla sua dotazione di competenze, progetti di ricerca europei ed infrastrutture di ricerca che la vede fra i leader del settore in Europa, ha l’ambizione di realizzare un grande Living Lab dove le più avanzate tecnologie per l’agricoltura di precisione e sostenibile saranno sviluppate, testate, validate e implementate a scala reale, prevalentemente presso l’Azienda agraria sperimentale dell’Ateneo, da ricercatori appartenenti a 12 dipartimenti.

“Questo è un grande successo per l’Alma Mater: un importante riconoscimento del ruolo di primo piano che il nostro Ateneo ricopre a livello nazionale e internazionale nel campo della ricerca sui temi dell’agroalimentare. Lo spoke che siamo chiamati a coordinare ha in dotazione un budget di oltre 23 milioni di euro: risorse che saranno investite su progetti e azioni fortemente interdisciplinari, con l’obiettivo garantire produzioni agricole sempre più sostenibili, affidabili e sicure”, dichiara il Rettore dell’Università di Bologna Giovanni Molari.

L’Università Federico II è l’ente promotore del Centro Nazionale Agritech ed è responsabile dell’Hub nazionale. Il Centro è infatti strutturato secondo l’impostazione Hub&Spoke, con un coordinamento a Napoli e 9 nodi di ricerca equamente distribuiti tra il Nord, il Sud e il Centro Italia, in linea con il principio di riduzione dei divari alla base del programma PNRR.

I coordinatori dei 9 spoke sono: Consiglio Nazionale Ricerche, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, Università degli Studi di Bari, Università degli Studi di Milano, Università di Padova, Università di Siena, Università degli Studi della Tuscia, Università di Napoli Federico II.

Partecipano al progetto: il Consiglio Nazionale Ricerche, Università degli Studi di Bari, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, Università degli Studi di Milano, Università di Napoli Federico II, Università di Padova, Università di Siena, Università degli Studi di Torino, Università degli Studi della Tuscia, Centro Euro-Med sui Cambiamenti Climatici, Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria, New Technologies, Energy and Sustainable Economic Development, Found Edmund Mach, Politecnico di Milano, Politecnico di Torino, Scuola Superiore Sant’Anna, Università degli Studi della Basilicata, Università di Bolzano, Università Campus Bio-Medico di Roma, Università Cattolica del Sacro Cuore, Università di Catania, Università di Foggia, Università di Firenze, Università degli Studi di Genova, Università di Perugia, Università di Pisa, Università di Parma, Università di Reggio Calabria, Sapienza Università di Roma, Università di Salerno, Università di Sassari, Università di Udine, Università delle Marche, Antares Vision, Consorzi Agrari d’Italia, Casillo, CNH, De Matteis, Egeos, Enginnering, Eni, Graded, IBF, Irritech, Relatech, Società Sementi Italiana, Telespazio, Bonifiche Ferraresi, Fondazione Cassa Depositi e Prestiti, Intesa San Paolo e Nestlé.