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Coltiviamo la salute: l’Orto Botanico ipoallergenico

Nell'ambito dell'iniziativa @UniboPER/PhD Storytelling, Chiara Suanno, dottoranda in Scienze della Terra, della Vita e dell'Ambiente, mostra i risultati sorprendenti di una ricerca svolta all'Orto Botanico: il grande spazio verde dell'Alma Mater può essere visitato senza particolari problemi anche da chi soffre di allergia al polline


La rassegna delle storie di ricerca raccontate da giovani protagonisti nasce dall'iniziativa @UniboPER/PhD Storytelling, che ha visto dottorande e dottorandi confrontarsi con esperti di divulgazione, professionisti di UGIS (Unione Giornalisti Italiani Scientifici) e di UniboMagazine. Autrice di questo articolo è Chiara Suanno, dottoranda in Scienze della Terra, della Vita e dell'Ambiente.

Un gruppo di ricerca dell’Università di Bologna, guidato da Stefano Del Duca, professore al Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche e Ambientali, ha pubblicato di recente una ricerca sulla potenziale pericolosità di una visita all’Orto Botanico dell'Alma Mater per i soggetti allergici al polline. Dai dati raccolti risulta che, nonostante nell’Orto bolognese siano presenti specie particolarmente allergeniche come nocciolo, carpino nero e varie graminacee, la distribuzione delle piante e la loro manutenzione sembra rendere quest’area verde particolarmente sicura per chi soffre di febbre da fieno.

Da un lato, potatura e sfalcio riducono le fioriture e di conseguenza la quantità di polline prodotto, dall’altro, l’enorme varietà di essenze presenti nel parco fa sì che le piante allergeniche restino ben distanziate tra loro, evitando la creazione di zone con alta concentrazione di polline allergenico.

La conferma a questi risultati sta arrivando direttamente dal pubblico, grazie alla distribuzione di questionari all’uscita del parco. Infatti, l’Orto Botanico di Bologna rappresenta una forte attrattiva turistica, essendo contemporaneamente museo vivente e uno dei parchi più grandi entro le mura della città, in pieno centro e ad accesso gratuito.

Su oltre cento visitatori intervistati finora, solo il 15% degli allergici al polline ha sperimentato sintomi importanti, circa un quarto non ha provato alcun fastidio, mentre la maggior parte ha dichiarato solo una lieve irritazione.

Studi di questo tipo sono sempre più diffusi in Europa: si stima infatti che 3 europei su 10 siano allergici al polline, e che questo numero sia destinato ad aumentare. La pollinosi è una vera e propria malattia, spesso sottostimata, che porta a un notevole abbassamento della qualità della vita, associato a spese sanitarie continue e al calo della produttività di chi ne è affetto.

In città che si auspicano sempre più verdi e vivibili, fornire ai cittadini gli strumenti per potersi godere la natura senza minare la propria salute è quindi importante non solo da un punto di vista medico e sociale, ma anche economico.

Per queste ragioni, i ricercatori dell’Alma Mater stanno progettando un’estensione di questo studio a tutte le aree verdi di Bologna, pedonali e ciclabili, così da creare una mappa che identifichi i percorsi e gli spazi meno allergenici, mese per mese, a seconda del tipo di allergia. Nel frattempo, per gli allergici sono già disponibili i calendari e i bollettini pollinici dell’ARPA, e le previsioni online del rischio allergico, così da poter gestire le proprie uscite e i propri farmaci in sicurezza.

Immagine al microscopio di un granulo di Gaura lindheimeri, pianta originaria dell'America del Nord nota anche come Fior di Orchidea


Il gruppo di ricerca guidato dal professor Stefano Del Duca ha lavorato inoltre alla realizzazione di una palinoteca dell’Orto Botanico, ossia una raccolta del polline di tutte le piante presenti nel parco.

Osservati al microscopio, i granuli di polline mostrano una parete con ornamentazioni e aperture che sono caratteristiche della specie vegetale che li ha prodotti. Questo permette, ad esempio, di capire a quali piante appartenga il polline presente nell’aria, valutandone quindi il rischio allergenico. Questo riconoscimento però richiede la consultazione di atlanti fotografici o collezioni di polline di riferimento. Queste collezioni si chiamano, appunto, palinoteche, e sono date da un insieme di vetrini da microscopia contenenti ciascuno il polline di una singola specie vegetale, raccolto direttamente dal fiore.

La palinoteca dell’Orto Botanico nasce come esigenza di ricerca, per supportare nell’identificazione dei granuli, ma conservandosi per diversi decenni ha anche valore di collezione museale, a testimonianza delle piante presenti nell'Orto in questo momento storico. Infatti, le immagini dei granuli più affascinanti della palinoteca saranno presto disponibili sul sito del Sistema Museale di Ateneo (SMA), mentre i vetrini di maggior interesse possono essere osservati al microscopio dal pubblico durante gli eventi di divulgazione.