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I beni culturali ecclesiastici in dismissione, laboratori di democrazia e partecipazione

La città di Lucca ospita i rappresentanti dell'Università di Bologna, di Nürtingen, di Uppsala, di Budapest e de Le Notre Institute per dieci giorni dedicati a studi e ricerche sul riuso degli antichi comparti ecclesiastici, dai quali sempre più spesso si ritirano le comunità di vita consacrata. L’ex monastero di Sant’Agostino a Vicopelago specifico caso di studio


Si è aperta a Lucca la Summer School internazionale “Strategic partnership for the reuse and social valorization of dismissed cultural heritage of religious communities”: dieci giorni in cui studiosi da tutta Europa si occuperanno di un fenomeno ormai comune: l'abbandono dei propri antichi comparti da parte delle comunità di vita consacrata.

L’iniziativa, che ospita i rappresentanti delle Università di Bologna, Nürtingen, Uppsala, Budapest e de Le Notre Institute, è co-promossa dalla Scuola IMT Alti Studi Lucca, dal Dipartimento di Architettura dell’Università di Bologna e dal Centro Studi Ghirardacci, con il supporto della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, la collaborazione della Fondazione Flaminia di Ravenna ed è patrocinata dall’Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici e l’edilizia di culto della CEI - Conferenza Episcopale Italiana, dal Pontificio Consiglio della Cultura della Santa Sede e dal Comune di Lucca. Proprio Lucca, nel 2019, fu sede di un’iniziativa pioneristica a livello nazionale: la summer school “Nuovi Scenari per patrimoni monastici dismessi” (i cui atti sono oggi disponibili online).

La Summer School è parte del progetto europeo ERASMUS+ LED2LEAP, laboratorio di educazione alla progettazione partecipata, perché le trasformazioni del paesaggio diventino occasioni per una corresponsabilità nelle scelte di riuso e trasformazione del territorio. Gli esiti della settimana di studio saranno offerti in una presentazione pubblica il 2 agosto, negli spazi adiacenti alla chiesa di San Pietro Somaldi.

Stime recenti dimostrano che, nei prossimi dieci anni, chiuderà in Italia il 65% delle comunità claustrali con la necessità di trovare nuove modalità di gestione per gli ampissimi e monumentali comparti, antiche sedi e luoghi di sedimentazione di tesori d'arte e tradizioni. È pertanto estremamente urgente sensibilizzare l’opinione pubblica, sia perché le comunità territoriali vigilino sul destino di questi comparti, sia perché una nuova categoria di professionisti maturi una propria specializzazione, unendo sensibilità e competenza.

Durante la summer school, in un’iniziativa patrocinata dalla Diocesi di Lucca, i partecipanti saranno invitati a scoprire in bicicletta il paesaggio ecclesiastico lucchese, fino all’ex monastero di Sant’Agostino a Vicopelago, specifico caso di studio adottato durante la settimana di approfondimento, luogo di memorie monastiche e pucciniane per l’assidua frequentazione del Maestro in visita alla sorella, suor Giulia Enrichetta, più volte priora della comunità agostiniana.

La progettazione partecipata assume per questi patrimoni un ruolo chiave, sia dentro le comunità religiose, (questi beni non sono mai riconducibili infatti ad un unico proprietario o alla volontà di un unico soggetto), sia fuori dalle comunità di vita consacrata, per il valore sociale, storico e culturale che questi beni hanno nei propri contesti.

I comparti monastici eccedenti, realtà comuni a tutta l'Europa, possono così diventare occasioni di laboratori di progettazione partecipata e opifici di democrazia territoriale, in una riappropriazione pubblica di beni esito di donazioni e della generosità dei fedeli e costituiti dalla Chiesa al fine del bene pubblico, specialmente dei più fragili, come più volte ha sottolineato Papa Francesco.