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Il profilo dei laureati dell’Università di Bologna secondo il rapporto 2022 AlmaLaurea

"Anche quest’anno l’indagine effettuata dal Consorzio ci dà l’occasione per riflettere, con tutta la responsabilità che ciò richiede, sulle nostre politiche di diritto allo studio, sulle nostre strategie di orientamento in entrata e in uscita, sulla qualità della nostra didattica, sull’efficacia complessiva della nostra istruzione universitaria", così ha commentato il Rettore Giovanni Molari

È stato presentato oggi il Rapporto 2022 sul Profilo e sulla Condizione occupazionale dei laureati realizzato dal Consorzio Interuniversitario AlmaLaurea. L'indagine ha preso in considerazione le performance formative di circa 300 mila laureati del 2021 di 77 università. In particolare, si tratta di 169 mila laureati di primo livello, 95 mila dei percorsi magistrali biennali e 35 mila a ciclo unico.

"Siamo grati ad AlmaLaurea, che con il suo prezioso lavoro aiuta le Università a progettare e a migliorare, su solide basi di dati, la propria offerta formativa. - ha detto il Rettore Giovanni Molari - Anche quest’anno l’indagine effettuata dal Consorzio ci dà l’occasione per riflettere, con tutta la responsabilità che ciò richiede, sulle nostre politiche di diritto allo studio, sulle nostre strategie di orientamento in entrata e in uscita, sulla qualità della nostra didattica, sull’efficacia complessiva della nostra istruzione universitaria. E con “nostra” mi riferisco all’intero sistema universitario del Paese, non solo all’Alma Mater, che è peraltro lieta di registrare risultati lusinghieri. Il nostro Ateneo, come tutti gli Atenei, deve alimentare una costante spinta al miglioramento, perché dietro i numeri di ogni rilevazione ci sono persone da accogliere, speranze da nutrire, talenti da far fruttare per il bene di tutta la società”.

IL PROFILO DEI LAUREATI UNIBO

I laureati nel 2021 dell'Università di Bologna coinvolti nel XXIV Rapporto sul Profilo dei laureati sono 20.039. Si tratta di 10.287 di primo livello, 7.681 magistrali biennali e 2.015 a ciclo unico; i restanti sono laureati del corso pre-riforma in Scienze della Formazione primaria o in altri corsi preriforma.

CITTADINANZA, PROVENIENZA E BACKGROUND FORMATIVO

La quota di laureati di cittadinanza estera è complessivamente pari al 6,2%: il 4,8% tra i triennali e il 9,1% tra i magistrali biennali. Il 45,6% dei laureati proviene da fuori regione; in particolare è il 39,1% tra i triennali e il 54,4% tra i magistrali biennali. È in possesso di un diploma di tipo liceale (classico, scientifico, linguistico, …) il 73,3% dei laureati: è il 71,9% per il primo livello e il 71,9% per i magistrali biennali. Possiede un diploma tecnico il 18,6% dei laureati: è il 22,2% per il primo livello e il 16,0% per i magistrali biennali. Residuale la quota dei laureati con diploma professionale.


Foto di Anna Magli

ETÀ, REGOLARITÀ E VOTO DI LAUREA: LA RIUSCITA NEGLI STUDI UNIVERSITARI

L’età media alla laurea è 25,3 anni per il complesso dei laureati, nello specifico di 24,1 anni per i laureati di primo livello e di 26,5 anni per i magistrali biennali. Un dato su cui incide il ritardo nell’iscrizione al percorso universitario: non tutti i diplomati, infatti, si immatricolano subito dopo aver ottenuto il titolo di scuola secondaria superiore. Il 69,0% dei laureati termina l’università in corso: in particolare è il 70,3% tra i triennali e il 70,7% tra i magistrali biennali. Il voto medio di laurea è 104,0 su 110: 100,7 per i laureati di primo livello e 108,2 per i magistrali biennali.

TIROCINI CURRICULARI, ESPERIENZE ALL’ESTERO E LAVORO DURANTE GLI STUDI

Il 58,3% dei laureati ha svolto tirocini riconosciuti dal proprio corso di studi: è il 56,0% tra i laureati di primo livello e il 63,2% tra i magistrali biennali (valore, quest’ultimo, che cresce all’80,8% considerando anche coloro che l’hanno svolto solo nel triennio).
Ha compiuto un’esperienza di studio all’estero riconosciuta dal corso di laurea (Erasmus in primo luogo) l’11,8% dei laureati: il 9,0% per i triennali e il 14,9% per magistrali biennali (quota, quest’ultima, che sale al 25,5% considerando anche coloro che le hanno compiute solo nel triennio). Il 68,6% dei laureati ha svolto un’attività lavorativa durante gli studi universitari: è il 69,2% tra i laureati di primo livello e il 68,7% tra i magistrali biennali.

LA SODDISFAZIONE PER L’ESPERIENZA UNIVERSITARIA

Per analizzare la soddisfazione per l’esperienza universitaria appena conclusa si è scelto di prendere in considerazione l’opinione espressa dal complesso dei laureati in merito ad alcuni aspetti. L’89,4% dei laureati è soddisfatto del rapporto con il corpo docente e l’85,8% ritiene il carico di studio adeguato alla durata del corso. In merito alle infrastrutture messe a disposizione dall’Ateneo, l’86,1% dei laureati che le ha utilizzate considera le aule adeguate. Più in generale, il 91,3% dei laureati si dichiara soddisfatto dell’esperienza universitaria nel suo complesso. E quanti si iscriverebbero di nuovo all’Università? Il 75,1% dei laureati sceglierebbe nuovamente lo stesso corso e lo stesso Ateneo, mentre il 14,3% si iscriverebbe nuovamente allo stesso Ateneo, ma cambiando corso.


LA CONDIZIONE OCCUPAZIONALE DEI LAUREATI UNIBO

L’Indagine sulla Condizione occupazionale ha riguardato complessivamente 35.359 laureati
dell'Università di Bologna. I dati si concentrano sull’analisi delle performance dei laureati di primo e di secondo livello usciti nel 2020 e intervistati a un anno dal titolo e su quelle dei laureati di secondo livello usciti nel 2016 e intervistati dopo cinque anni.

LAVORO, I LAUREATI TRIENNALI A UN ANNO DALLA LAUREA

L’Indagine ha coinvolto 9.962 laureati triennali del 2020 contattati dopo un anno dal titolo (nel 2021). Il 71,5% dei laureati di primo livello, dopo il conseguimento del titolo, decide di proseguire il percorso formativo con un corso di secondo livello (marginale la quota di chi si iscrive ad un corso triennale). Dopo un anno, il 70,4% risulta ancora iscritto all’università.
Isolando quindi i laureati triennali dell'Università di Bologna che, dopo il titolo, non si sono mai iscritti a un corso di laurea (27,0%), è possibile indagare le loro performance occupazionali a un anno dal titolo.
A un anno dal conseguimento del titolo, il tasso di occupazione (si considerano occupati tutti coloro che sono impegnati in un’attività retribuita, di lavoro o di formazione) è del 72,7%, mentre quello di disoccupazione (calcolato sulle forze di lavoro, cioè su coloro che sono già inseriti o intenzionati a inserirsi nel mercato del lavoro) è pari al 12,1%.
Tra gli occupati, il 22,9% prosegue il lavoro iniziato prima della laurea, il 20,8% ha invece cambiato lavoro; il 56,3% ha iniziato a lavorare solo dopo il conseguimento del titolo.
Il 25,5% degli occupati può contare su un lavoro alle dipendenze a tempo indeterminato, mentre il 42,5% su un lavoro non standard (in particolare su un contratto alle dipendenze a tempo determinato). Il 10,9% svolge un’attività autonoma (come libero professionista, lavoratore in proprio, imprenditore, ecc.).
Il lavoro part-time coinvolge il 24,8% degli occupati. La retribuzione è in media di 1.286 euro mensili netti.
Ma quanti fanno quello per cui hanno studiato? Si è presa in esame l’efficacia del titolo, che combina la richiesta della laurea per l’esercizio del lavoro svolto e l’utilizzo, nel lavoro, delle competenze apprese all’università. Il 55,2% degli occupati considera il titolo molto efficace o efficace per il lavoro svolto. Più nel dettaglio, il 48,3% dichiara di utilizzare in misura elevata, nel proprio lavoro, le competenze acquisite all’università.


LAVORO, I LAUREATI DI SECONDO LIVELLO A UNO E CINQUE ANNI DALLA LAUREA

I laureati di secondo livello del 2020 contattati dopo un anno dal titolo sono 9.066 (di cui 6.917 magistrali biennali e 2.149 magistrali a ciclo unico), quelli del 2016 contattati a cinque anni sono 7.784 (di cui 5.709 magistrali biennali e 2.039 magistrali a ciclo unico).

A un anno

Tra i laureati di secondo livello del 2020 intervistati a un anno dal conseguimento del titolo, il tasso di occupazione (si considerano occupati quanti sono impegnati in un’attività retribuita, di lavoro o di formazione) è pari al 74,1% (75,6% tra i magistrali biennali e 69,5% tra i magistrali a ciclo unico). Il tasso di disoccupazione, calcolato sulle forze di lavoro, è pari al 13,0% (13,9% tra i magistrali biennali e 9,7% tra i magistrali a ciclo unico).
Il 17,2% prosegue il lavoro iniziato prima della laurea, il 17,5% ha invece cambiato lavoro; il 65,2% ha iniziato a lavorare solo dopo il conseguimento del titolo. Tra i laureati magistrali biennali tali percentuali sono, rispettivamente, pari a 17,8%, 17,5% e 64,6%; tra i magistrali a ciclo unico sono pari a 14,8%, 17,2% e 67,8%.
Il 20,8% degli occupati può contare su un contratto alle dipendenze a tempo indeterminato mentre il 40,4% su un lavoro non standard (in particolare su un contratto alle dipendenze a tempo determinato). L’11,5% svolge un’attività autonoma (come libero professionista, lavoratore in proprio, imprenditore, ecc.). Tra i magistrali biennali tali percentuali sono, rispettivamente, pari a 22,7%, 40,8% e 7,5%; tra i magistrali a ciclo unico sono pari a 12,4%, 38,7% e 29,3%. Il lavoro part-time coinvolge il 19,8% degli occupati (19,1% tra i magistrali biennali e 22,8% tra i magistrali a ciclo unico). La retribuzione è in media di 1.360 euro mensili netti (1.329 euro per i magistrali biennali e 1.496 euro per i magistrali a ciclo unico).
Il 62,9% degli occupati ritiene la laurea conseguita molto efficace o efficace per il lavoro che sta svolgendo (il 58,9% tra i magistrali biennali e l’80,5% tra i magistrali a ciclo unico); inoltre, il 54,3% dichiara di utilizzare in misura elevata, nel proprio lavoro, le competenze acquisite durante il percorso di studi (50,7% tra i magistrali biennali e 70,1% tra i magistrali a ciclo unico).

A cinque anni

Il tasso di occupazione dei laureati di secondo livello del 2016, intervistati a cinque anni dal
conseguimento del titolo, è pari all’87,8% (87,5% per i magistrali biennali e 88,5% per i magistrali a ciclo unico). Il tasso di disoccupazione è pari al 4,2% (4,6% per i magistrali biennali e 3,2% per i magistrali a ciclo unico).
Gli occupati assunti con contratto a tempo indeterminato sono il 56,6%, mentre gli occupati che svolgono un lavoro non standard sono il 18,6%. Svolge un lavoro autonomo il 16,5%. Tra i magistrali biennali tali percentuali sono, rispettivamente, pari a 60,2%, 20,7% e 10,9%; tra i magistrali a ciclo unico sono pari a 44,9%, 11,7% e 34,8%.
Il lavoro part-time coinvolge l’8,1% degli occupati (8,6% tra i magistrali biennali e 6,5% tra i magistrali a ciclo unico). Le retribuzioni arrivano in media a 1.611 euro mensili netti (1.592 per i magistrali biennali e 1.680 per i magistrali a ciclo unico). Il 67,7% degli occupati ritiene la laurea conseguita molto efficace o efficace per il lavoro svolto (è il 63,3% tra i magistrali biennali e l’81,1% tra i magistrali a ciclo unico); il 60,2% dichiara di utilizzare in misura elevata, nel proprio lavoro, le competenze acquisite all’università (56,5% tra i magistrali biennali e 71,7% tra i magistrali a ciclo unico).
Ma dove vanno a lavorare? Il 70,9% dei laureati è inserito nel settore privato, mentre il 23,8% nel pubblico; il 5,2% lavora nel non-profit. L’ambito dei servizi assorbe il 75,9%, mentre l’industria accoglie il 22,4% degli occupati; 1,4% la quota di chi lavora nel settore dell’agricoltura.