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Salute nello spazio: al via un progetto di ricerca per proteggere gli astronauti, e non solo

L'Alma Mater sarà alla guida di un'iniziativa finanziata dall'ASI - Agenzia Spaziale Italiana per lo studio dell'atrofia e dell’indebolimento muscolare che si verificano durante le missioni spaziali di lunga durata. I risultati ci aiuteranno a conoscere meglio l'impatto di questi fenomeni sulla salute umana e a definire così le contromisure necessarie


Il gruppo di ricerca guidato dalla professoressa Miriam Capri presso il Dipartimento di Medicina Specialistica Diagnostica e Sperimentale dell'Università di Bologna è risultato vincitore di un progetto finanziato dall'ASI - Agenzia Spaziale Italiana. L'iniziativa - intitolata "MetaMuscle: Muscle-Atrophy Related Alterations in Metabolic Milieu, Inflammaging Markers, and Cardio-Metabolic Risk Factors - si inserisce nell'ambito di un progetto più ampio selezionato dall'ESA, l'Agenzia Spaziale Europea, e chiamato MuscleHealth di cui è in corso la preparazione. Tre Principal Investigator - oltre a Miriam Capri anche Jörn Rittweger del DLR, il Centro Aerospaziale Tedesco, e Markus Gruber dello Human Performance Research Center alla University of Konstanz - costituiscono il team internazionale insieme a molti scienziati europei di alto profilo.

L'idea alla base dello studio è che l'atrofia e l’indebolimento muscolare che si verificano durante le missioni spaziali di lunga durata, può compromettere lo stato di salute degli astronauti e può portare ad un invecchiamento biologico accelerato. Le prime evidenze suggeriscono infatti che la riduzione muscolare negli astronauti si associ ad uno stato pro-infiammatorio, indicativo del cosiddetto “inflammaging” che si osserva generalmente nelle persone anziane. La comprensione di questi meccanismi è necessaria per definire contromisure che siano non solo ottimali per il benessere fisico, ma anche per la salute dei membri dell’equipaggio durante e dopo le missioni nello spazio, studiando anche il processo di recupero dopo il ritorno sulla Terra.

Pertanto, lo studio dell’attività neuromuscolare, metabolica e la misurazione di molti biomarcatori per la valutazione dello stato di salute e l'età biologica saranno eseguiti prima e dopo il volo, con una missione di 5-6 mesi presso la Stazione Spaziale Internazionale. Lo studio longitudinale includerà anche la valutazione dello stato di salute fino a circa tre anni dopo l'atterraggio. Inoltre, saranno studiate coorti di volontari sedentari come controllo, nonché master atleti e soggetti centenari, quest’ultimi come modello di invecchiamento di successo.

Nel complesso, il progetto fornirà risultati sull'impatto della riduzione e dell’indebolimento muscolare sulla salute umana e si acquisirà conoscenza sul processo di invecchiamento umano e sulla sua plasticità.