Si svolgerà lunedì 8 maggio, dalle 14.30, a Palazzo Malvezzi (Via Zamboni, 22 - Bologna) e online su Teams il seminario "WAR & LAW - Les printemps du droit", il primo degli incontri internazionali dedicato a Mireille Delmas-Marty, organizzato dal Dipartimento di Scienze Giuridiche dell'Alma Mater con l'obiettivo di continuare il cammino con gli strumenti che la giurista francese ha lasciato e, così, diffondere il suo pensiero e la sua immaginazione.
L'evento si articolerà in due momenti. Una prima sessione riguarderà il tema Guerra e diritto e le conseguenze (del ritorno) della guerra sullo Stato di diritto. Il movimento per l'affermazione delle istituzioni sovranazionali si confronta con l'ascesa di dinamiche imperiali resistenti a qualsiasi ordine mondiale non basato sulla forza, con un innegabile arretramento del diritto nelle relazioni internazionali. Allo stesso tempo, tuttavia, la domanda di giustizia non è mai stata così forte: sanzioni, verità e riparazione sono al centro delle aspirazioni della società civile. Come possiamo conciliare le debolezze del diritto con l'aspirazione di sempre più giustizia? Possiamo ancora controllare la guerra se non possiamo prevenirla? Qual è il ruolo rispettivo degli Stati e della società civile internazionale nell'ambito dell'emergere di una politica penale internazionale?
Una seconda sessione ruoterà attorno all’oggetto manifesto, la Bussola dei Possibili, realizzata da Antonio Benincà. L’oggetto è la proiezione materiale del pensiero di Mireille Delmas Marty contenuto in un libro (tradotto anche in italiano per 1088Press) in cui l’autrice disegna in uno spartito nel quale la complessità planetaria rimanda al compito di ciascuno secondo un pluralismo ordinato, in cui diversità e unità si possono comporre e consentire di sopravvivere avendo come obiettivo di riferimento la difesa dell'umanesimo. Dinanzi alle molteplici crisi planetarie (crisi sanitaria, economica, climatica) e ai venti opposti, e per orientare un destino comune c'è bisogno di una Bussola. Una bussola inabituale, diversa, senza un polo magnetico. Non c’è un Nord, ma un centro, luogo di incontro dei principi che nascono da diverse visioni dell’Umanesimo.
L’obiettivo della Bussola non è quello di anticipare il futuro, né di predirlo, ma di aprire lo sguardo alle dinamiche che attraversano le società e alle forme possibili che possono strutturarle. In tal modo la mondializzazione selvaggia può divenire “mondialità”, così da re-incantare il mondo anziché dominarlo.
Questa Bussola arriverà dunque per la prima volta in Italia e verrà montata nella corte di Palazzo Malvezzi, a Bologna: sede di un’università molto antica, patria del diritto, crocevia di culture, luogo di costituzione della civitas. Tale illustrazione sarà accompagnata da letture di Mireille Delmas Marty e di Édouard Glissant, poeta cui Mireille Delmas-Marty era particolarmente legata e già onorato dall’Alma Mater di Bologna con una laurea honoris causa.
Mireille Delmas-Marty (1941-2022), giurista francese, è sicuramente annoverabile tra i grandi interpreti del XX e XXI secolo.
Professoressa emerita al Collège de France (cattedra di Etudes Juridiques comparatives et internationalisation du droit 2002-2011) e membro dell’Istituto dal 2007 (Académie des sciences morales et politiques), ha partecipato a numerosi gruppi di esperti presso istituzioni francese, europee ed internazionali.
E’ stata autrice di oltre quaranta libri e le sue opere sono state tradotte in dodici lingue.
Il suo pensiero, per molti versi profetico, ha avuto e ha una rilevanza ben al di là dei rigidi confini del diritto penale e della scienza giuridica.
Sempre attenta alla complessità e ai cambiamenti, dinanzi alle molteplici crisi e alle sfide della mondializzazione Mireille Delmas-Marty poneva al centro l’umanesimo giuridico e il dialogo tra le culture. Sin dai suoi primi testi Mireille Delmas Marty ricordava che diritto non è qualche cosa di statico, ma un processo dinamico. I dispositivi giuridici possono tendere a riconciliare gli individui e le collettività in modo da stabilizzare le nostre società senza immobilizzarle, a pacificare gli esseri umani, senza uniformarli.