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Scienze planetarie in Africa: il progetto Europlanet 2024 arriva a Casablanca

La serie Europlanet Workshop Series, coordinata dall'Università di Bologna, ha fatto tappa in Marocco, per parlare di difesa planetaria, tra meteoriti, meteoroidi, crateri da impatto, tutela del patrimonio di materiale extraterrestre e astrobiologia legata agli impatti


Le scienze planetarie e i temi legati alla ricerca spaziale si diffondono anche nel continente africano. Il progetto Europlanet 2024 Research Infrastructure, finanziato nell'ambito di Horizon 2020, ha portato a Casablanca, in Marocco, il terzo appuntamento degli Europlanet Workshop Series: quattro giornate di incontri e di dialogo dedicate al tema della difesa planetaria, tra meteoriti, meteoroidi, crateri da impatto, tutela del patrimonio di materiale extraterrestre e astrobiologia legata agli impatti.

L'iniziativa è parte del Global Collaboration and Integration Development Task di Europlanet 2024, coordinato da Barbara Cavalazzi, professoressa al Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche e Ambientali dell’Università di Bologna: un programma pensato per promuovere e sviluppare le scienze planetarie in Africa.

"Nell’ultima decade l’Unione Africana ha dedicato molta attenzione alla promessa di una strategia spaziale africana che vede in questi programmi un modo per superare alcune delle sfide dello sviluppo e dei deficit infrastrutturali del continente", spiega Cavalazzi. "Questo nuovo workshop è stata un'occasione per presentare contenuti teorico-pratici di alta qualità ed esempi di ricerca avanzata nel settore della difesa planetaria, e per dare vita a momenti di discussione fra i partecipanti, gettando così le basi per formare di una comunità locale di specialisti su queste tematiche".

All'evento hanno partecipato una trentina tra professionisti, giovani professori, ricercatori e dottorandi in arrivo da tutto il Marocco (Casablanca, Marrachesh, Rabat, Errachidia, Layounne, El Jadida, Kenitra, Tangier, e Teutan). A loro si sono aggiunti inoltre circa quaranta partecipanti che hanno seguito i lavori online da Giordania, Etiopia, Mozambico, Sud Africa, Nigeria, Botswana, ma anche dall’Europa (Italia, Inghilterra, Germania), da India, Pakistan, Messico e Cina. Rispetto alle precedenti edizioni, inoltre, la partecipazione femminile è aumentata in modo significativo (circa il 35% dei partecipanti). A coordinare il workshop sono state Barbara Cavalazzi e Assimo Maris, professoressa al Dipartimento di Chimica "Giacomo Ciamician" dell'Alma Mater.