Strategie e sinergie territoriali per prevedere, prevenire e gestire i rischi naturali e antropici impattanti sul patrimonio culturale: sono gli argomenti al centro della giornata di studi “Patrimonio Culturale, sostenibilità e resilienza: dalla gestione dei rischi allo sviluppo territoriale”, in programma alle 9.30 di venerdì 28 giugno nella Sala Conferenze del Dipartimento di Beni Culturali - DBC (Via degli Ariani, 1- Ravenna).
L’evento, aperto alla cittadinanza, è nato nell’ambito dei progetti SIRIUS e RESTART ed è parte di un percorso di ricerca e collaborazione attivo da diversi anni sul territorio ravennate con l’obiettivo, in una prospettiva a medio-lungo termine, di sviluppare una metodologia condivisa per la gestione dei rischi territoriali che possono compromettere la conservazione del patrimonio culturale.
Ad aprire la giornata Giuliana Benvenuti, Delegata dell’Università di Bologna per il Patrimonio Culturale, Maria Letizia Guerra, Delegata per l’Impegno Pubblico, e Anna Chiara Fariselli, Direttrice del Dipartimento di Beni Culturali.
A seguire, rappresentanti delle Istituzioni, Autorità locali preposte all’intervento in situazioni emergenziali ed esponenti delle Forze dello Stato si confronteranno e dialogheranno con i referenti dei progetti europei attivi nella gestione del patrimonio culturale a rischio. Nel pomeriggio, docenti e ricercatori presenteranno i progetti SIRIUS e RESTART e le proprie ricerche in un’ottica di confronto interdisciplinare.
Il patrimonio culturale è esposto a una molteplicità di rischi di origine naturale e antropica che, se non opportunamente gestiti, possono comprometterne la conservazione, traducendosi nella scomparsa di testimonianze storiche, valori identitari e coesione sociale.
Le conseguenze degli eventi climatici avversi che hanno interessato, nel maggio 2023, l’Emilia-Romagna, hanno fatto riflettere sulla necessità di rendere il patrimonio culturale elemento cardine dei processi di sviluppo sostenibile. Sebbene i quadri d’azione internazionali sottolineino come non si possa più prescindere dall’importanza attribuita alla relazione tra patrimonio, società e territorio, si avverte ancora la necessità, su scala locale, di una visione strategica e sostenibile di conservazione e salvaguardia partecipate.
“La condivisione di criteri operativi e buone pratiche nella gestione del patrimonio culturale a rischio rappresenta un punto di partenza imprescindibile per tutti gli operatori che sono chiamati a intervenire durante le emergenze, portando ciascuno le proprie competenze e conoscenze specifiche - afferma la prof.ssa Mariangela Vandini, Responsabile Scientifica del progetto RESTART - ma è altrettanto importante che questa sinergia d’azione si concretizzi in fase pre e post-emergenziale, ragionando sull'opportunità di mettere a punto piani d'intervento e linee d'indirizzo che rappresentino un primo passo verso una metodologia d'intervento replicabile e adattabile a diversi contesti”.
La giornata di studi, inoltre, intende sottolineare come il patrimonio culturale possa assumere un valore di grande impatto nella diffusione della “cultura del rischio”, attraverso una capillare condivisione di comportamenti consapevoli e responsabili, da adottare in situazioni di emergenza per la propria incolumità e per una miglior difesa delle ricchezze di un territorio.
“Ragionando in termini di patrimonio culturale e sviluppo sostenibile, è fondamentale che la società civile sia alleata consapevole delle Istituzioni, nonché parte attiva del processo di sensibilizzazione e cambiamento - sottolinea la dott.ssa Sara Fiorentino, ricercatrice del progetto SIRIUS - L’instaurarsi di una cultura del rischio non può quindi prescindere da un coinvolgimento attivo della cittadinanza, in tutte le sue fasce d’età e con un’attenzione particolare ai giovani cittadini”.