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Shoa: diari, memorie e sequenze private

dal 17 al 26 Marzo 2003

Rassegna cinematografica a cura dell'Associazione Home Movies e Cineteca di Bologna.

Rassegna cinematografica con la partecipazione della Regione Emilia-Romagna e in collaborazione con Maison Française, Centro Culturale Svizzero, Dipartimento di discipline storiche e Dipartimento di musica e spettacolo – Università di Bologna PROGRAMMA Cinema Lumière, via Pietralata 55/a - Bologna lunedì 17 marzo ore 19.45 THE DANUBE EXODUS di Petér Forgács, Olanda 1998 Introduce lo storico Valerio Marchetti LA MAISON DE POLOGNE di Joseph Morder, Francia 1983 Introduce il regista Joseph Morder mercoledì 19 marzo ore 22.30 SOBIBOR, 14 OCTOBRE 1943, 16 HEURES di Claude Lanzmann Introduce lo storico Valerio Marchetti Sala Gino Cervi – Cineteca di Bologna, Via Riva di Reno 72 - Bologna mercoledì 26 marzo ore 21 LUIGI EINAUDI. DIARIO DELL’ESILIO SVIZZERO di Villi Hermann, Svizzera 2000 Introducono il regista Villi Hermann e Marco Müller Sono disponibili inviti validi per l’interna rassegna presso il Circolo Culturale OCCHIO PRIVATO; Via Parigi 11b, Bologna (negli orari d’apertura: Lunedì-Venerdì 16- 19.30; Sabato 10-13, 16-19.30. Info: 347-2989776, homemovies@libero.it Prospettive inedite, territori inesplorati, storie dimenticate (o negate) e riemerse grazie a registi-ricercatori; documentari che senza vocazioni di spettacolo, sono il chiaro segno di un cinema diverso, spesso al di fuori dai circuiti ufficiali, rivolto a conoscenza e riflessione, sospeso tra rigore storico e sensibilità interpretativa. Filo conduttore privilegiato della selezione, un cinema che cerca il lato intimo, che porta alla luce vicende, personaggi e temi “minori”, eppure centrali se osservati con occhio attento e indispensabili per un processo della memoria, strumento cognitivo e analitico vivo. THE DANUBE EXODUS (1998, Péter Forgács) Montando film amatoriali di assoluta importanza documentaria, Forgács, con spirito da archeologo e abilità di rielaborazione formale, ricostruisce due storie dimenticate, esodi fluviali causati da guerra e persecuzioni: la fuga di ebrei dell’Europa Centrale verso la Palestina e il viaggio, in senso contrario, di immigrati tedeschi nel ritorno dalla Bessarabia al loro paese d’origine. Le navigazioni sul Danubio furono filmate con una piccola cinepresa dal capitano del piroscafo che trasportò i due gruppi di profughi, tra il 1939 e il 1940. LA MAISON DE POLOGNE (1983, Joseph Morder) Film-diario come immersione nella memoria dell’autore e della sua famiglia, dove si mescolano immagini di luoghi e persone con ricordi, piccoli racconti, riflessioni. Alla ricerca delle origini, in luoghi mitici e reali:  i riti familiari a Parigi, i viaggi in Europa, e soprattutto i momenti passati con la madre, ex internata nei campi. Uno sguardo intimo, ossessivo nel filmare e pudico nel fermarsi al momento giusto. Esempio tra i migliori del cinema di Morder, assai prolifico nel realizzare film “minimal-esistenziali” (prevalentemente girati con la caméra-stylo, il super 8) in forma autobiografica, che “sono una serie di lunghe lettere che egli si indirizza e invia anche a noi” (D. Noguez). SOBIBOR, 14 OCTOBRE 1943, 16 HEURES (2001, Claude Lanzmann) Dal cineasta che ha dedicato l’intera vita e opera alla Shoah, un film sulla drammatica riappropriazione della violenza da parte delle vittime inermi, senza immagini d’archivio e senza rappresentazione della rivolta che scoppiò nel campo polacco di Sobibor, nella data e nell’ora del titolo. Dispositivo filmico fondato sulla dura testimonianza diretta (il volto e la voce) di uno dei protagonisti di quel giorno, Yehuda Lerner, a cui si aggiungono con forza viva e metaforica le immagini girate nei luoghi molti decenni dopo quegli avvenimenti. LUIGI EINUADI. DIARIO DELL'ESILIO SVIZZERO (2000, Villi Hermann) L’8 settembre 1943 Luigi Einaudi, futuro primo presidente della Repubblica Italiana, già settantenne, abbandona Torino occupata dalla Wehrmacht e raggiunge la Svizzera, attraversando a dorso di un mulo, insieme alla moglie Ida, il passo di Col Fenetre. “La fuga del popolo dinanzi al barbaro”, scrive Einaudi nel suo diario dell’esilio, dai cui stralci, scanditi sullo schermo dalla voce di Omero Antonutti, viene ricostruita la vicenda personale e tracciato un ritratto del periodo. Film carico di testimonianze (svizzeri e italiani, militari e partigiani, ebrei), arricchite dalla sorprendente sequenza di fotografie scattate da Christian Schiefer a Milano, in piazzale Loreto il 28 aprile 1945.