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Giuliana Sgrena presenta Fuoco Amico

8 Febbraio 2006

Dipartimento di Discipline della Comunicazione

La giornalista de Il Manifesto, accompagnata da Roberto Grandi, presenterà il libro che racconta il suo rapimento in Iraq.

L’inviata di guerra de il manifesto Giuliana Sgrena sarà ospite del Dipartimento di Discipline della Comunicazione (via Azzo Gardino 23, aula A) mercoledì 8 febbraio alle ore 17.30, in occasione della presentazione del suo libro Fuoco Amico. A colloquio con la giornalista, Roberto Grandi, docente di Comunicazione di Massa dell’Alma Mater. L’incontro, proposto da UniboCultura, rappresenta un’occasione di approfondimento non solo riguardo la specifica condizione dei rapiti da sedicenti gruppi terroristi iracheni, ma soprattutto in merito alla dura esperienza delle vittime di guerra e di chi, alla guerra, era andato per documentarne gli orrori. Riflettendo sul significato del suo rapimento, Giuliana Sgrena si interroga così: "Io, impegnata contro la guerra e l’occupazione dell’Iraq, sono stata rapita da chi sosteneva di combattere per la liberazione del proprio paese … mentre cercavo testimonianze sugli effetti delle bombe che hanno distrutto Falluja, cercavo di dar voce a chi non può averla". Giuliana Sgrena descrive il dissidio di chi, contrario alla guerra e disposto a combatterla coi mezzi dell’informazione, si trova a dover affrontarne uno degli aspetti più crudi di violenza e coercizione, rimanendo convinta che "non possiamo rinunciare a cercare la verità". Nel suo libro pubblicato da Giangiacomo Feltrinelli Editore, Giuliana Sgrena racconta le quattro settimane di incubo vissute nelle mani dei mujaheddin iracheni, la liberazione brutalmente interrotta dall’attacco delle truppe americane. La giornalista spiega la drammatica esperienza del suo sequestro, del ferimento e della morte di Nicola Calipari, quando ormai la salvezza sembrava a portata di mano. I ricordi del rapimento, le sensazioni quotidiane vissute in una stanza chiusa e al buio si intrecciano alle tematiche della realtà irachena con richiami anche a Saddam Hussein, alle guerre, all’embargo, ai preparativi bellici angloamericani in contrasto con le decisioni dell’Onu e alla vicenda delle mai rinvenute armi di distruzione di massa. Nel libro della Sgrena si intrecciano i mille misteri e il tragico vissuto di una vicenda che getta una luce inquietante sugli orrori di un conflitto che ormai sembra senza fine. Giuliana Sgrena (1948) è giornalista de il manifesto dal 1988. Appassionata del mondo arabo, ha sempre fatto parte della sezione estero della redazione del suo giornale, per il quale ha raccontato la guerra in Afghanistan e poi le tappe del conflitto in Iraq, cercando prima di tutto di raccontare con professionalità la vita quotidiana degli iracheni e le violenze causate dall’occupazione di quel paese; da sempre affianca al giornalismo l’impegno politico: è stata negli anni ’80 tra le fondatrici del Movimento per la pace. Ha firmato importanti reportage sull’Algeria e sul mondo islamico e ha pubblicato diversi libri tra cui La schiavitù del velo: voci di donne contro l’integralismo islamico (1995, 1999).