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Segreto di Stato e Giustizia

20 Gennaio 2011

Casa per la Pace "La Filanda" - Casalecchio di Reno (BO) - Ore 20,45

Ingresso libero

Un incontro pubblico a conclusione della mostra "Io sono testimonianza". Partecipano Tomaso Francesco Giupponi, docente di Diritto costituzionale all'Università di Bologna, e Andrea Speranzoni, avvocato del foro bolognese

Il conflitto tra le esigenze di opacità legate alla "ragion di Stato" e quelle di trasparenza connesse alle indagini giudiziarie e al diritto dei cittadini a essere informati. Di un tema con evidenti e molto attuali conseguenze sulla qualità del processo democratico si discuterà nell'incontro "Segreto di Stato e Giustizia", in programma giovedì 20 gennaio alle 20,45 presso la Casa per la Pace "La Filanda" (via Canonici Renani, 8 - Casalecchio di Reno). L'incontro sarà condotto da Tomaso Francesco Giupponi, docente di Diritto costituzionale all'Università di Bologna, e Andrea Speranzoni, avvocato del foro bolognese che ha tra l'altro rappresentato come parte civile le famiglie delle vittime dell'Eccidio del Cavalcavia di Casalecchio (10 ottobre 1944) e di altre stragi nazifasciste, la cui tardiva vicenda giudiziaria è collegata al rinvenimento, nel 1994, del cosiddetto "Armadio della vergogna" a Roma. Tra i temi trattati e aperti alla discussione con i partecipanti, la natura del segreto di Stato, le motivazioni della sua apposizione, la discussione sul segreto di Stato contra legem in materia penale, emersa recentemente con i conflitti politici e giudiziari sul "processo Abu Omar", e le preoccupazioni per l'inclusione tra le materie suscettibili di apposizione del segreto di Stato degli "impianti civili per produzione di energia", tra cui centrali nucleari e termovalorizzatori. L'incontro, curato da Casa per la Pace, si colloca a chiusura della mostra fotografica "Io sono testimonianza", aperta al pubblico negli stessi locali fino a giovedì 20 gennaio, dalle 16 alle 19. Nelle immagini di Martino Lombezzi, con testi di Cinzia Venturoli, otto sopravvissuti alla strage del 2 agosto 1980 sono ritratti, a trent’anni di distanza, con oggetti e documenti di quel giorno, in cui la bomba alla Stazione di Bologna ha cambiato per sempre la loro vita.