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Una fototeca online

Presentata a Villa Guastavillani la Fondazione Zeri e i suoi progetti.
Nell'ottobre 1999 l'Università di Bologna ha costituito la Fondazione Federico Zeri, approvata dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali nel settembre 2000, allo scopo di gestire e valorizzare lo straordinario patrimonio culturale ereditato alla morte dello studioso.
La fototeca conta 300.000 fotografie originali di opere d'arte per la maggior parte in bianco e nero, in cui sono ampiamente rappresentati i campi di ricerca dello studioso: pittura e scultura italiana dal XIII al XVIII secolo, nuclei dedicati al tardo antico, all'architettura, alla pittura dell'Ottocento, alle arti applicate, al disegno, alla miniatura, alla pittura europea. Strumento di lavoro insostituibile, la fototeca di Federico Zeri riveste anche un importante significato storico: molte opere d'arte, dipinti, complessi monumentali, cicli di affreschi, oggi dispersi o irrimediabilmente perduti, restano documentati solo dal suo archivio.
La biblioteca d'arte conta oltre 50.000 volumi cui si sommano 40.000 cataloghi d'asta. Questa consistenza può competere con quella delle maggiori biblioteche specializzate italiane e straniere.

L'Università di Bologna, attraverso l'istituzione della Fondazione Zeri, si è assunta il compito, oltre che di conservare, valorizzare e incrementare questo patrimonio, di renderne possibile la fruizione pubblica. Per questo gli obiettivi più urgenti e impegnativi della Fondazione sono l'inventariazione, la catalogazione e digitalizzazione della fototeca, e l'inventariazione e catalogazione della biblioteca d'arte e della collezione di epigrafi romane. Sia attraverso la consultazione in loco, sia online attraverso il sito internet curato dal partner Microsoft, studenti e studiosi potranno così accedere a uno degli archivi privati più importanti al mondo per la storia dell'arte.
I sistemi utilizzati per la catalogazione e digitalizzazione, del tutto innovativi e all'avanguardia, sono stati coordinati dagli esperti scientifici della Fondazione Zeri in collaborazione con l'Istituto dei Beni Culturali della Regione Emilia - Romagna.