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Concerto alla viennese

Un repertorio prevalentemente austro-tedesco è il perno del concerto di "Musica Insieme" che il Weiner Kammerensemble terrà lunedì 19 al Teatro Manzoni.
Weiner Kammerensemble Lunedì 19 gennaio (ore 21) al Teatro Manzoni, appuntamento con “I Concerti di Musica Insieme” per ascoltare una delle migliori formazioni cameristiche presenti sulla scena musicale internazionale: il Wiener Kammerensemble, fondato nel 1970 da prominenti membri dell'Orchestra dei Wiener Philharmoniker.

Partendo dalla letteratura classica per settetto ed ottetto, il "WKE" spazia con successo in un repertorio prevalentemente austro-tedesco, quello dei divertimenti per fiati soli e per fiati ed archi, dal classico fino al moderno.
Legato per tradizione alla cultura musicale viennese (Mozart, Beethoven, Schubert), l’ensemble ha poi ampliato i propri orizzonti verso i compositori del Novecento e contemporanei (Krenek, Hindemith, Françaix, Henze, Wellesz, ecc.). Presente negli avvenimenti musicali di più alto livello internazionale, ha suonato nei maggiori Festivals e nelle principali metropoli della musica: Musikverein e Konzerthaus di Vienna, Carnegie Hall di New York, Suntory Hall di Tokyo, Opera di Sydney e Philharmonie di Colonia.

L’itinerario proposto per il concerto di Musica Insieme si apre con Till Eulenspiegel, la versione per orchestra da camera del celeberrimo poema sinfonico di Richard Strauss, nel quale il compositore tedesco racconta la vita di un antico personaggio popolare – simbolo della libertà e della fierezza del popolo fiammingo – tutta giocata ai limiti dell’irrisione e della beffa, e dove gli strumenti sembrano divertirsi ai raggiri del protagonista, che inevitabilmente farà una brutta fine…
Il senso del divertissement, motivo fondamentale dell’ispirazione di questo concerto, lo ritroviamo anche nell’Ottetto in re maggiore di Paul Hindemith, ultima opera cameristica del compositore, completata fra il 1957 e il 1958.

È un brano in cui la forma ed il linguaggio adottati da Schubert e Beethoven vengono rinnovati senza modifiche radicali, mantenendo sempre e comunque l’alternanza fra momenti di seriosa gravità e di sereno divertimento.

Chiude la serata il Settimino op. 20 di Ludwig van Beethoven: “scritto con molto gusto e immaginazione”, come riferì la prestigiosa Allgemeine Musikalische Zeitung all’epoca della sua prima esecuzione, è un capolavoro del suo genere. La dedica all’Imperatrice Maria Teresa simboleggia poi lo sguardo di Beethoven verso le forme e gli stili dell’ancien-règime, che stavano per essere da lui definitivamente abbandonati.