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"Un bicchiere di latte per i bimbi di Hanga"

In Tanzania per insegnare l’allevamento dei bovini da latte e donare una risorsa in più a chi già non ne ha molte. Anche con l’aiuto degli studenti di Veterinaria.
mungitura di una vacca di Hanga Se chiedete al professor Arcangelo Gentile, della Facoltà di Veterinaria, di illustrarvi il progetto di cooperazione in Africa in cui è impegnato, si schermisce. Dal suo punto di vista l’operazione "Un bicchiere di latte per i bimbi di Hanga" non è che una semplice iniziativa di solidarietà, nulla a che vedere con i grandi programmi di sviluppo internazionali. Tuttavia, se nei prossimi mesi i circa trecento bambini del piccolo villaggio a sud ovest della Tanzania quel bicchiere di latte lo berranno davvero è anche per merito suo.

Hanga è una comunità sorta attorno ad un’abbazia benedettina edificata nel 1961. Come spesso accade nella difficile realtà del continente africano, l’intero villaggio è sprovvisto di luce, gas e acqua corrente.  Ciò nonostante, grazie soprattutto alla pace di cui la Tanzania gode da anni, i frati hanno potuto mettere in pratica il loro motto "ora et labora" avviando diverse attività, tra cui una piccola fattoria. Qui, oltre a coltivare la terra e ad allevare i polli, hanno cercato, privi delle adeguate conoscenze, di spremere qualche goccia di latte da una mandria bovini magri, gobbuti e assolutamente inadatti allo scopo, gli zebù.

Quando l’associazione Veterinari senza Frontiere è venuta a conoscenza della realtà di Hanga ha contattato il professor Gentile che nell’agosto 2003 si è recato in Tanzania per avviare il progetto. Sono stati acquistati altri bovini (della razza Ayrshire, più adatta alla lattazione) da coloni e missioni della regione (portando la mandria a 19 capi) e un toro, per garantire future generazioni. È stato avviato l’addestramento per l'alimentazione e la gestione quotidiana dei capi, l’allevamento dei vitelli, la tecnica di mungitura, la conservazione del latte e le profilassi sanitarie. L’obbiettivo è quello di raggiungere una produzione sufficiente a garantire almeno un bicchiere di latte al giorno ai 300 bambini che frequentano la scuola dei frati benedettini. In quelle condizioni economiche e ambientali, con quella mandria, è un traguardo di tutto rispetto.

Va sottolineato poi che il progetto potrà essere portato avanti da studenti dell’Università di Bologna interessati a periodi di tirocinio o di tesi sul campo. Già quest’inverno due studenti hanno trascorso più di un mese presso l'abbazia compiendo alcune indagini sulla tubercolosi e sulla brucellosi (malattie infettive trasmissibili all'uomo) che hanno portato ad identificare animali positivi. Consultandosi via mail con i docenti in Italia i ragazzi hanno potuto fornire istruzioni su come affrontare l’epidemia, senza abbattere neanche un capo della già ridotta mandria.

Un’esperienza che, se non può essere scientificamente formativa quanto uno stage in un’università americana, ha sicuramente un valore umano, educativo e civile unico, come testimoniano le parole del professor Gentile: "Anche se può sembrare un intervento insignificante nell'infinità dei problemi che affliggono l'Africa, il sentimento e la spinta emotiva ci inducono a non tirarci indietro. L’entusiasmo, l’ospitalità e soprattutto la dignità e la fierezza della gente ci trasmettono la volontà e quella "leggerezza" che ci fa dire che vale sempre la pena impegnarsi".