Meno sprechi e più vantaggi
In arrivo in Parlamento una legge per consentire ai commercianti di recuperare l’IVA sui prodotti invenduti che decidono di donare alle associazioni di volontariato. Dopo il recupero degli alimenti con Last Minute Food e dei libri con Last Minute Book, si guarda ora a tutti gli altri prodotti.
Regalare ai poveri senza rubare ai ricchi. Una legge anti-sprechi che sfida i migliori lieti fine delle fiabe è arrivata in Parlamento grazie al lavoro del senatore Ds Walter Vitali e del deputato di An Enzo Raisi, due politici di opposti schieramenti che si sono trovati uniti nel raccogliere l’idea di Andrea Segrè, direttore del Dipartimento di Economia e Ingegneria agrarie: incentivare i commercianti a donare agli enti caritativi i prodotti destinati al macero estendendo i benefici fiscali che già si ottengono per il cibo. Non si tratta di una novità assoluta, perché a Bologna l’iniziativa Last Minute Food, promossa dal prof. Segrè e dai suoi studenti fondatori della Last Minute Market, ha già permesso di salvare in un anno 140 tonnellate di alimenti che hanno sfamato trecento bocche al giorno. Con la nuova proposta, però, si fa un passo avanti, perché si allarga la possibilità di recupero anche ai prodotti non alimentari, dai detersivi alle biciclette.
La proposta di legge, ora in arrivo nei quartieri alti della politica, è stata lanciata in un convegno organizzato dal nostro Ateneo il 22 settembre 2003. Ma la sua storia è in realtà molto più lunga. Ha ormai sei anni: era infatti il 1998 quando uno studente diede il primo input chiedendo se nella grande distribuzione veniva realmente venduto tutto. A quella domanda mancò una risposta soddisfacente. Tesi di laurea e corsi monografici avviarono allora un costante lavoro di analisi e monitoraggio delle strutture distributive svelando quantità enormi di alimenti perfettamente commestibili ma destinati alla distruzione, con costi di smaltimento per il commerciante, con costi ambientali per la società e con evidente spreco di risorse utilissime per eserciti di bisognosi. «Da qui l’idea di costruire un mercato parallelo, che unisse la “non-offerta” dei commercianti alla “non-domanda” delle associazioni e degli enti caritativi», racconta il prof. Segrè soffermandosi anche sulle difficoltà pratiche di avviare un progetto di recupero: «La nostra – prosegue - è stata un’operazione complessa che ha richiesto la collaborazione di svariate istituzioni, tra cui le ASL per il controllo della qualità del cibo e le Agenzie delle Entrate per le questioni fiscali, ma che alla fine ha portato benefici a tutte le parti in causa: ai negozianti sgravati di un peso inutile, all’ambiente depurato da una parte di rifiuti, alle associazioni di volontariato che hanno risparmiato fondi per l’alimentazione investendo in altri servizi (ad esempio strutture ricreative) per i loro assistiti, e last but not least alla cooperativa Last Minute Market che ha creato occupazione».
La sperimentazione del recupero dei prodotti alimentari, Last Minute Food, è partita dall’Ipercoop di Castenaso. Poi si è approdati a Buenos Aires dove il 23 febbraio è stato presentato Last Minute Book, l’iniziativa per il recupero dei libri (anche questi scadono) a beneficio delle comunità italiane all’estero. A Ferrara il “modello” Last Minute è stato esteso anche alla piccola e media distribuzione coinvolgendo bar, pasticcerie, fruttivendoli. E presto Verona e Modena diventeranno a loro volta nuovi laboratori. Lavori in corso, insomma, in un progetto «destinato a non finire mai, almeno fino a quando lo spreco non verrà eliminato del tutto», conclude il prof. Segrè.