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Ddl Moratti: nuova delibera della Crui e 160 firme di protesta dei docenti bolognesi

Il confronto tra governo e organi accademici sullo stato giuridico della docenza continua. Mentre la Crui resta in attesa di altri segnali d'apertura del Ministro Moratti, a Bologna 160 tra docenti, amministrativi e ricercatori hanno sottoscritto un documento di protesta.
Palazzo Poggi Nella riunione del 14 ottobre, l'Assemblea della Crui ha preso atto della sensibilità dimostrata dal Ministro Moratti verso l'esigenza, avanzata dalla stessa Crui e ribadita dai documenti di molti Senati Accademici, di sospendere l'iter parlamentare del Disegno di Legge sullo stato giuridico dei docenti universitari.

Nell'attesa di ulteriori sviluppi da parte governativa, i punti critici segnalati dalla Conferenza dei Rettori sono quelli che da mesi animano il dibattito. In primo luogo la questione dei finanziamenti, sulla quale si indica come prioritaria una programmazione fondata sui risultati della valutazione degli Atenei. E in seconda battuta, la cancellazione del ruolo dei ricercatori, problema rispetto a cui appaiono semplicistiche le contromisure proposte.

Mentre la Crui è attiva col suo Comitato di Presidenza a elaborare proposte di raccordo con tutte le forze interne degli Atenei, ivi compreso il Coordinamento Nazionale dei Ricercatori, anche i docenti di Bologna proseguono con le loro manifestazioni di dissenso alla riforma Moratti: 160 sono infatti le firme poste in calce a un documento di protesta, sposato da ricercatori, docenti, tecnici amministrativi ed esponenti del Cnr e dell'Enea. Riteniamo - scrivono i firmatari - che se le modifiche proposte non saranno accolte, "sarà impossibile garantire un regolare svolgimento dell'anno accademico e la responsabilità ricadrà per intero sul governo e sulle forze parlamentari che appoggiano questo Ddl".