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Il Marine Science Group controlla i danni  dello Tsunami

Studio preliminare sulle condizioni dell'ecosistema corallino delle Maldive dopo il maremoto, condotto da ricercatori dell'Alma Mater. I danni ci sono ma saranno recuperati in breve.
pesce-clown abitante tipico della barriera corallina Lo Tsunami del 26 Dicembre scorso non ha provocato enormi disastri sono per l'uomo. L'onda anomala ha anche causato danni alla natura, tuttora non molto chiari. Per effettuare un primo controllo dal punto di vista ecosistemico alcuni ricercatori del Marine Science Group dell'Università di Bologna hanno compiuto uno studio presso i territori della Repubblica delle Maldive, apparsa particolarmente sensibile, a livello naturale,  alle conseguenze del maremoto.
"L'invito a recarci sul luogo è arrivato dalle stesse autorità della Repubblica delle Maldive, tramite il contatto con i tour operator italiani che spesso finanziano le nostre ricerche - spiega il Dott. Stefano Goffredo, del Dipartimento di biologia evoluzionistica sperimentale dell'Università di Bologna - il Governo temeva che i danni naturali avrebbero minato la loro primaria fonte di sostentamento, il turismo. Anche se in quella zona i decessi e i danni economici sono stati relativamente contenuti, la barriera corallina poteva infatti aver subito lesioni maggiori, così ci siamo recati sul luogo ad indagare."

Tra l'11 e il 15 gennaio 2005 il Dott. Goffredo, insieme a due esperti subaquei, ha effettuato un'analisi accurata su diciotto stazioni, tra pareti oceaniche, pass, reef interni e secche. "Con la nostra analisi volevamo definire l'entità dei danni e consigliare eventuali misure preventive - continua il Dott. Goffredo - Inoltre, da una prospettiva più ampia, lo studio ci è servito per produrre dati quantitativi sulla composizione della biodiversità oceanica."
Per la raccolta dei dati il gruppo si è servito di video-riprese subacquee e osservazioni in snorkeling, concentrandosi prevalentemente sugli atolli di Malé Nord e Sud, corrispondenti ad un 10% del totale.
L'analisi dei risultati ottenuti è stata poi effettuata dal Marine Science Group dell' Università di Bologna, composto dallo stesso Dott. Goffredo e dai colleghi Dott. Corrado Piccinetti e Dott. Francesco Zaccanti.

E i risultati? Davvero lo Tsunami è stato così potente da aver modificato l'ecosistema?
"I danni ci sono, ma sono relativamente esigui ed è ipotizzabile che si recuperino in pochi anni. - spiega il Dott. Zaccanti - Secondo l'analisi, lo Tsunami avrebbe avuto un'incidenza diversa a seconda della latitudine e della topografia del luogo, causando minori danni agli atolli meridionali "graziati" dall' isola di Sri Lanka, la cui presenza avrebbe frenato parzialmente l'onda. Allo stesso modo, la forza dell'impatto è risultata diversa anche per le strutture coralline, così da danneggiare maggiormente i coralli delle coste continentali, più sensibili anche per l'alto livello di insediamento umano"
La situazione non è certo rosea, ma è probabile che la stima dei danni fissata per ora al 5,7% sia anche maggiore del reale.
"Le conseguenze più gravi si sono avute soprattutto nei canali di passaggio tra mare aperto e lagune interne. La forza dell'acqua nei passaggi ha causato frane dagli effetti contenuti, mentre i coralli hanno resistito all'impatto senza problemi - continua il Dott. Zaccanti - simili strutture infatti sono parte dell'ambiente da 2 miliardi di anni ed è molto probabile che abbiano vissuto situazioni anche decisamente peggiori."

Anche se i media inizialmente hanno urlato al disastro ecosistemico, sembra proprio che lo tsunami abbia finito per graziare la natura stessa. "La natura è molto più potente di quanto si creda, a livello costruttivo e purtroppo anche distruttivo" conclude il Dott. Zaccanti.
Da un punto di vista turistico quindi, la percezione dell'ambiente risulta immutata. Le Autorità locali possono esserne sollevate e continuare a puntare su questo fattore per ricostruirsi e guardare avanti.