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L’Arlésienne in memoria di Luisa Fanti Melloni

Al terzo anno dalla scomparsa della Signora Luisa Fanti Melloni, l’Università di Bologna ricorda una delle sue principali benefattrici portando in scena uno dei capolavori di Georges Bizet.
Giardino di Palazzo Bonora-Melloni

In Provenza, Federico, figlio di un mezzadro, si innamora perdutamente di una donna di Arles, detta L’Arlesiana. Parte così l’Arlésienne, l’opera nata dall’estro compositivo di Georges Bizet, che giovedì 21 luglio alle ore 21.30, sarà messa in scena nel giardino del Palazzo Bonora-Melloni, in via Santo Stefano 30, in ricordo della Signora Luisa Fanti Melloni.

Il concerto, proposto dall’Alma Mater Studiorum e dalla Fondazione Fanti Melloni, sarà eseguito dall’Orchestra e dal Coro del Teatro Comunale di Bologna diretta da Roberto Polastri, da Marcel Seminara maestro del coro e dalla voce recitante di Massimo Popolizio.

"L’Arlésienne", insieme alla "Carmen" di cui condivide l'iniziale insuccesso, è da tempo considerata fra i capolavori dell’estro compositivo di Georges Bizet. Pur nella loro inconfondibile originalità, Carmen e Arlésienne hanno molto in comune: sono ambientate tutte e due  in luoghi che hanno un certo sapore di "esotico" (la Provenza  e la Spagna), fatto che Bizet seppe sfruttare brillantemente  con l’impiego di melodie tipiche del folclore locale che vennero trasformate e completamente assimilate nel nuovo contesto.

Bizet compose le musiche di scena per "L’Arlésienne" per il dramma di Alphonse Daudet, che lo ricavò da un episodio del suo libro Lettres de mon moulin, nell’estate del 1872. Fu rappresentato, al Teatro vaudeville di Parigi, il 1 ottobre dello stesso anno. La partitura prevede un’orchestra da camera con un organico molto singolare che comprende anche un sassofono contralto e un pianoforte oltre ad un  coro e una voce recitante  che da vita e "immagine" alla trama. La musica è così intimamente legata al dramma che sentiamo raccontato nelle parole "declamate" dell’attore.

Come anticipato, la trama si snoda in Provenza, dove Federico, figlio di un mezzadro, si è perdutamente innamorato di una donna di Arles, detta L’Arlesiana. Nonostante i consigli della madre Rosa Mamai e del vecchio pastore Baldassarre, egli appare deciso a sposarla. Metifio, guardiano di cavalli, mostra allora a France, nonno del giovane, alcune lettere scrittegli dall’Arlesiana, che la rivelano come una donna di facili costumi. Federico, sconvolto, erra per la Camargue finché non va a cercarlo la dolce innamorata Vivetta, figlioccia di Rosa, che egli grato, acconsente a sposare. A questo punto giunge Metifio che torna per la restituzione delle lettere che aveva consegnato. Alla sua vista, alle sue parole, tornano a divampare la gelosia e la passione di Federico, che disperato, dopo una notte insonne, all’alba si uccide.

Chi vorrà essere presente potrà ritirare l’invito presso l’Ufficio Cerimonie, Via Acri 3 – Area dei Servizi Economali, da martedì 12 luglio 2005, per un massimo di 2 a persona, fino ad esaurimento dei posti disponibili. Orari ritiro inviti : lun. merc. ven. : ore 9-11; mart. giov. : 9-11 e 14-16.