Seduti a gambe incrociate sulla cattedra dell’Aula Magna del Dipartimento di Chimica. Giovanna Cosenza, docente, presenta Fabio Volo, scrittore. Lui chiede a lei cosa insegna. Lei risponde a lui "comunicazione" e poi continua: "Ma cosa volevi un ingegnere per uno come te? Quella è gente seria". E’ l’inizio di una gag di due ore a cui fanno da cornice mani di studenti che battono alla finestra per entrare e microfoni malconci che emettono suoni onomatopeici. Al centro del quadro, la presentazione di Un posto nel mondo, la terza prova letteraria dell’ex Iena: celebre conduttore televisivo, ma anche voce della radio e volto del cinema. "Un’occasione per parlare di amore, amicizia e viaggi", anticipa Giovanna Cosenza.
L’esordio dell’incontro, realizzato da UniboCultura in collaborazione con Mondadori, è per la vita di coppia. O meglio per la ricerca dell’altra metà di sé. "Noi – ha detto Volo – siamo portatori di un’unicità che ci rende diversi da tutti gli altri e la vita è la ricerca degli strumenti (lettura, scrittura, viaggi) per riscoprirla". "Solo quando si è scoperto l’altra metà di noi che ci rende unici – ha infatti proseguito l’autore, lombardo, classe ’72 – ci si può affiancare all’altro in un rapporto di coppia".
Giovanna Cosenza gli legge un brano del filosofo Umberto Galimberti. Ostico. "Sono d’accordo – risponde – basta che non ci sia la domanda alla fine". Preferisce dilungarsi sulla donna, quella che passati i trent’anni preferisce sposarsi con la "medaglia d’argento" per evitare la fatidica domanda: "Ma come mai non sei sposata?". "Io – dice Volo – chiederei piuttosto perché ti sei sposata?".
La ricerca del sé predicata da Volo non si ferma all’amore. Come un Chatwin nostrano l’autore di Un posto nel mondo apre una lunga parentesi per il viaggio, rigorosamente in versione squattrinata e disorganizzata. "Viaggiare – dice – significa abbandonare tutti gli specchietti (dagli spazzolini ai colleghi) che ti confermano chi sei. Dall’altra parte del mondo chi ti incontra, vede solo quello che sei in quel momento. Il viaggio è come un acceleratore dell’esperienza".
Dal pubblico una ragazza, sospettosa verso tanti capitoli di filosofia di vita, lancia una provocazione. "Chi sei tu per dirmi cosa devo fare", è il sunto della sua arringa accusatoria. "Tranquilli – risponde lui – non voglio fare il guru". "Vado a casa e moltiplico il pane, ma non lo dico a nessuno".