Unibo Magazine

Tredici percorsi multimediali e interattivi con tre livelli, da principiante a post-intermedio. Cinque lingue (francese, inglese, spagnolo, tedesco e italiano) con oltre 2000 oggetti didattici strutturati. Quattro laboratori con 140 postazioni; 48.990 studenti accreditati (da febbraio 2002/febbraio 2006) e 25.322 presenze in autoapprendimento nel solo 2005. Sono i numeri di Altair il progetto di autoapprendimento delle lingue del Cilta di Bologna.


 "Altair nasce nel novembre del 2000 – ci spiega la Direttrice Rema Rossini Favretti - come risposta alle nuove istanze emerse con la riforma universitaria e al richiamo del Consiglio d’Europa per un 'livello soglia' richiesto come condizione di mobilità del cittadino europeo.
Si tratta di un sistema-prodotto per la formazione e la valutazione linguistica che applica un modello didattico articolato in attività in autoapprendimento assistito, moduli presenziali e momenti di autovalutazione. A compimento del percorso - offerto su più livelli per le lingue francese, inglese, spagnola e tedesca - sono organizzate le prove di accreditamento nei termini previsti dalla riforma, con procedure di iscrizione, erogazione, correzione e verbalizzazione totalmente  informatizzate. A fianco di ciò, sono offerti test di livello per l’avviamento ai moduli, servizi Web per la comunicazione e il supporto didattico, strumenti di monitoraggio per l’analisi dei percorsi individuali".

Nuove tecnologie e insegnamento delle lingue. Quali i segreti del successo di questo fortunato incontro?
"L’apporto delle tecnologie digitali all’apprendimento delle lingue ha una storia di ricerca e sperimentazione ormai pluridecennale. È stato particolarmente indagato lo specifico contributo che la multimedialità, integrando nell’oggetto didattico stimoli grafici, visivi, uditivi e nuovi strumenti di interazione, fornisce in termini di motivazione del discente. L’avvento della Rete ha poi rivoluzionato lo scenario glottodidattico, poiché ha consentito l’accesso a risorse potenzialmente infinite di materiale autentico, e ha svincolato la situazione di apprendimento dalle coordinate spazio-temporali legate al tradizionale modello di classe".

Quali sono i vantaggi di un corso in autoapprendimento?
"Lo studio in autoapprendimento permette agli studenti di adottare ritmi e strategie individuali per giungere  all’acquisizione delle competenze richieste dal loro corso di studi, che prevede una prova obbligatoria di accertamento linguistico a vari livelli - principiante (A2), intermedio (B1) o post-intermedio (B2). La disponibilità dei laboratori e dei tutor ALTAIR dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 19, ed ora la programmata messa in rete dei percorsi didattici, consente a tutti gli immatricolati a Bologna di prepararsi a queste prove adeguatamente, gratuitamente e secondo le proprie esigenze personali".

Quali le novità del servizio a partire da marzo?
"La messa in rete dei percorsi didattici ALTAIR – definita AIR, sulla base dell’acronimo ‘Altair In Rete’ – risponde alle crescenti richieste di accesso remoto che giungono dagli iscritti a corsi di laurea con frequenza obbligatoria. Il monitoraggio operato sulle decine di migliaia di studenti ALTAIR ha consentito di configurare un nuovo prodotto didattico che viene messo a disposizione di tutti gli studenti dell’Ateneo, indipendentemente dall’anno di corso (si prevedono 64.031 utenti). Il sistema AIR si basa sulla distribuzione online dei percorsi didattici e sulla presenza di forme di  light tutoring, con nuovi strumenti e aree di comunicazione. L’accesso ai materiali verrà reso disponibile sulla base di un calendario differenziato che si prevede di completare per il mese di giugno 2006".


Infine una curiosità. Qualche tempo fa un’inchiesta di Repubblica dimostrava come l’arabo sia sempre più studiato negli atenei italiani. E’ così anche a Bologna?
"Le motivazioni principali di chi sceglie di studiare arabo sono la curiosità o uno specifico interesse verso le lingue e le culture dei paesi del mediterraneo, l’islamistica, il diritto. Dietro questo successo emerge il tentativo di capire i meccanismi, il pensiero, i problemi della cultura arabo-musulmana, e quindi di interpretarne la complessità e diversità, in modo diretto senza intermediazione. Certamente i problemi internazionali e la presenza di un crescente numero di musulmani in Italia costituiscono un punto nodale dell’attuale contesto sociale, ma non deve essere sottovalutato l’interesse per questa lingua come terreno di ricerca prima e di sbocco professionale poi, verso nuovi scenari di lavoro".