Science and Technology Vassilika Vouton, 7 km da Heraklion, nell’isola di Creta. Una mattina di dicembre, in un palazzo bianco dove sventola la bandiera bianca e blu della Grecia si riunisce la Commissione presieduta da Andrea Pirotti, direttore dell’Agenzia ENISA (European Network Information Security Agency). I candidati sono arrivati da tutta Europa e tra loro c’è il nuovo esperto nazionale dell’Agenzia, nata nel 2004 per volere della Commissione europea.
Cominciano i colloqui. "La commissione è rimasta colpita – racconta Simone Balboni, responsabile dei Sistemi e delle reti del Cesia – dalle esperienze che ho maturato all’Università di Bologna, Amministrazione che gode di altissima considerazione nel panorama delle amministrazioni europee". In particolare due sono stati gli ambiti di azione: da un lato la nuovissima server farm del Cesia, un caso unico a livello nazionale. "La virtualizzazione dei server -prosegue Balboni- è la soluzione che due anni fa l’Ateneo ha coraggiosamente adottato, e che ancora oggi risulta fortemente innovativa. Quasi 250 sever sono stati virtualizzati e centralizzati al Cesia, con importantissime ricadute per quanto riguarda costi, sicurezza e logistica".
Dall’altro ci sono le reti. "Li ha colpiti – continua - anche lo straordinario sviluppo delle reti di ateneo: una realtà di vasta scala a cui sono collegati 70.000 computer e che si estende per chilometri da Bologna fino alla Romagna".
"Sono questi risultati- aggiunge Balboni – che hanno permesso che mi aggiudicassi la selezione. Risultati che sono il frutto della spinta al rinnovamento e della continua attività di confronto con altre istituzioni intrapresa con forza dalla nostra Amministrazione. Per questo ritengo che il successo in questa selezione debba essere attribuito a tutta la nostra organizzazione".
Sono diversi gli ambiti in cui il "nuovo esperto" sarà chiamato ad operare nel periodo (da 6 mesi a 4 anni) in cui sarà distaccato presso l’ENISA, perché diversi sono i filoni di cui si occupa l’Agenzia, la cui funzione è quella di supportare le attività della Commissione europea in ambito di sicurezza informatica. Due i compiti principali: monitorare le minacce, elaborando standard non solo attraverso un’analisi della realtà dei diversi paesi membri, ma anche dialogando con stakeholders quali i produttori di tecnologie. E ancora sviluppare awarness cioè consapevolezza degli accorgimenti da prendere in materia di sicurezza informatica attraverso attività di divulgazione indirizzata ai cittadini stessi dell’unione. "Al recente Forum di Davos Vint Cerf, uno dei padri del protocollo TCP/IP, ha lanciato un allarme: pare che il 25% dei pc sia hackerato. E’ un dato sconcentante", osserva Balboni, che conclude: "La battaglia della sicurezza può essere vinta solo se i cittadini stessi sono informati, solo se gli utenti finali delle tecnologie diventano attenti ed esigenti. Anche per le automobili, ad esempio, è successo così. ABS, Airbag sono diventati di serie perché anche se non tutti sanno bene cosa siano, tutti li richiedono perché hanno capito che sono importanti per la sicurezza della propria vettura".