Kazuo Ohno, fondatore della danza butoh, è morto mercoledì scorso per un'insufficienza respiratoria nella sua casa di Yokohama, in Giappone. Nato il 27 ottobre 1906 nell'isola di Hokkaido, aveva 103 anni.
Profondamente colpito da un spettacolo della danzatrice spagnola La Argentina, che vide nel 1929, Ohno iniziò a studiare con Baku Ishi e Takaya Eguchi, entrambi influenzati dalla nuova danza espressionista tedesca. Debuttò sulle scene solo nel 1949, con uno spettacolo composto da brevi brani ispirati alla danza tedesca d'anteguerra. Ma decisivo per la sua carriera si rivelò l'incontro con Tatsumi Hijikata, nei primi anni Cinquanta. Con lui partecipò alla fondazione della danza butoh, ovvero della "danza delle tenebre", nata dall'inquietudine degli artisti dopo il disastro atomico, che è oggi la forma peculiare della danza moderna giapponese e di cui egli è riconosciuto come l'interprete più significativo.
"La danza di Ohno - spiega Elena Cervellati, coordinatrice della sezione danza del Dms - si stacca dalla più diffusa tradizione del butoh, pur condividendone molti principi corporei, per il suo carattere luminoso e lirico. Ohno danza per comunicare l'universale nella sua espressione più pura; secondo lui, presto convertitosi al cristianesimo, la danza deve rivelare 'la forma dell'anima'. Nel suo sforzo quasi mistico di rivelazione dell'essere, di creazione di un mondo che è incontro con le fonti vitali, Ohno utilizza costantemente due concetti chiave: quello di 'corpo morto' e quello di 'libertà'. Il corpo morto, negato, è per lui il primo fine da raggiungere per far sì che l'emozione in esso coltivata possa esprimersi liberamente, senza essere costretta a seguire le logiche coercitive imposte da un corpo vivente. L'anima deve poter manovrare il corpo come un burattinaio manovra una marionetta. Ne nasce una liberazione dalle pastoie della volontà, dalle strettoie del pensiero e dell'individualità".
Dal 1967 al 1977 Ohno lasciò le scene per girare alcuni film d'ispirazione surrealista ("Portrait of Mr. O", "Mandala of Mr. O", "Book of the Dead of Mr. O"). Nel 1977, a più di settant'anni, creò sui ricordi di un tempo "Admiring La Argentina", l'opera en travesti che, presentata a Nancy nel 1980, riscosse un clamoroso successo internazionale e rese Ohno, ormai settantacinquenne, una vera leggenda vivente. Da allora, ha continuato a creare degli assoli ai quali ha spesso associato il figlio Yoshito, trasmettendogli la propria eredità artistica. Nell'ottobre del 2001 compie novantacinque anni e lascia le scene, passando idealmente il testimone artistico al figlio.
Proprio nell'ambito dei festeggiamenti per il novantacinquesimo compleanno del Maestro venne firmata la convenzione relativa alla concessione di una parte dei documenti conservati presso l'Archivio Ohno di Yokohma al Dipartimento di Musica e spettacolo dell'Alma Mater, in esclusiva per l'Italia. L'archivio bolognese è stato ufficialmente presentato alla cittadinanza il 22 aprile 2002 e ha oggi sede presso la Biblioteca del Dipartimento, accessibile a tutti.
Alla fine del prossimo mese di luglio, amici e allievi italiani e stranieri gli renderanno omaggio in una serata che si svolgerà a Cattolica, in chiusura della manifestazione Danzfest.
"Se desideri danzare un fiore puoi mimarlo e sarà un fiore qualunque, banale e privo di interesse; ma se metti la bellezza di quel fiore e l'emozione che esso evoca nel tuo corpo morto, allora il fiore che crei sarà vero e unico e il pubblico ne sarà commosso".