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Due borse Scienza senza frontiere assegnate a ricercatori Unibo

Il riconoscimento assegnato dal governo brasiliano ai gruppi di ricerca di Stefano Luciano Ciurli (Dipartimento di Farmacia e biotecnologie) e di Gastone Castellani (Dipartimento di Fisica e astronomia). Per loro un finanziamento triennale per la ricerca e la possibilità di ospitare dottorandi provenienti dal Brasile

Il governo brasiliano ha assegnato ai gruppi di ricerca di Stefano Luciano Ciurli, docente al Dipartimento di Farmacia e biotecnologie, e di Gastone Castellani, docente al Dipartimento di Fisica e astronomia, una borsa di studio Pesquisador Visitante Especial per ampliare la cooperazione accademica con i loro omologhi nelle università brasiliane.

La ricerca del professor Ciurli sarà condotta presso l’Università Federale Rio Grande do Sul nel laboratorio Laprotox (Laboratório de Proteínas Tóxicas) diretto dalla professoressa Celia R. Carlini, specializzato nello studio delle proteine tossiche delle piante. La ricerca scientifica del professor Castellani verte invece sugli studi biologico-statistici dell’invecchiamento umano e sarà condotta insieme al gruppo di ricerca di Josè Carlos Merino Mombach, docente al Dipartimento di Fisica dell’Università Federale di Santa Maria.

La borsa Pesquisador Visitante Especial (PVE) è una delle modalità previste da uno dei più importanti programmi di finanziamento di studio e ricerca nel mondo: Scienza senza frontiere. Il programma è stato lanciato dal governo brasiliano nel 2011 e prevede finanziamenti che coinvolgono tra i 75mila e i 100mila studenti brasiliani per effettuare periodi di studio o di dottorato di ricerca presso università straniere. I docenti Unibo Stefano Luciano Ciurli e Gastone Castellani potranno quindi usufruire di un finanziamento triennale per trascorrere da uno a tre mesi l'anno in Brasile, copertura delle spese di viaggio, oltre ad un significativo contributo di fondi per la ricerca. Inoltre, i loro gruppi di ricerca ospiteranno dottorandi provenienti dal Brasile, supportati da Scienze senza Frontiere, per almeno sei mesi all’anno per i prossimi tre anni.